Manca personale alle Poste, raccomandate in ritardo: «Le nuove assunzioni non bastano»

Lunedì 24 Luglio 2023 di Claudio Fontanive
La consegna di pacchi e corrispondenza a Belluno è in ritardo per mancanza di personale

BELLUNO C’è chi attende una nuova carta di credito, chi un atto legale o sanitario, e numerosi cittadini si rivolgono agli uffici postali per sapere il perché dei ritardi che vengono segnalati frequentemente da più parti della provincia. Adriano Musolino, segretario provinciale Failp Cisal eletto Rsu dai lavori provinciali di Poste Italiane lancia l’allarme: «C’è una cospicua giacenza di raccomandate in provincia di Belluno e questo è legato alla carenza di personale. Le attese possono durare anche due o tre settimane. Il disservizio riguarda tutta la provincia, ma in questo momento in special modo il territorio dell’Agordino». «Il problema è che manca il personale - prosegue il sindacalista -. In sostanza in provincia partita dal primo luglio una riorganizzazione del recapito da parte di Poste Italiane, con Belluno che è diventato il centro smistamento di tutta la provincia».

IL QUADRO «Adesso il capoluogo di provincia - fa sapere Musolino - è diventato centro logistico per tutto il territorio provinciale, deve quindi smistare posta e raccomandate, siamo pertanto in una fase di transizione. Prevediamo dei tavoli tecnici per portare delle migliorie a questa organizzazione». Quando si verificano dei ritardi nelle consegna della posta, spesso si punta il dito contro il postino. «La cosa che mi preme sottolineare - continua Musolino - è che il problema non è il postino. Sono persone che lavorano parecchio e non sono svogliati. Cercano di farlo nel migliore dei modi, ma l’organizzazione ha delle falle e delle cose che vanno cambiate. In provincia di Belluno mancano 30 postini e 20 personale di sportello. Vero che a breve ci saranno 9 nuovi postini destinati al territorio, ma il loro sarà un contratto part time e il problema quindi non si risolve».

I CONTRATTI Recentemente Poste Italiane pare abbia provveduto però a nuove assunzioni. «Confermo - sottolinea Musolino -. Sono entrate in organico circa 15 persone, ma con contratto part time verticale, questo significa anzitutto che percepiranno uno stipendio non continuativo, e di conseguenza non possono neanche offrire un servizio continuativo all’utenza. Serve una trasformazione dei contratti in essere, convertendoli da part time in full time, e poi cominciare a valutare il territorio».

«PERSONALE STANCO» «Il Bellunese non è come Treviso o Venezia - ricorda il segretario provinciale Failp Cisal -. Ci vorrebbe più rispetto per queste montagne che sono parecchio bistrattate. Ad esempio nella consegna pacchi l’ufficio di Belluno ha difficoltà minori rispetto a quelli dei piccoli paesi perché i corrieri Amazon sono più presenti rispetto al territorio di montagna, e quindi i piccoli uffici postali si trovano oberati anche in questo settore. C’è poco da fare, purtroppo il personale è stanco, spremuto fino all’osso e non ce la fa più».

IL TURN OVER I nuovi addetti arrivano sempre più frequentemente da luoghi lontani dalla nostra provincia. «L’azienda continua a cercare contratti a tempo determinato con ragazzi che vengono da tutta Italia, distanti migliaia di chilometri da casa - fa presente il sindacalista -, guadagnando 1260 euro al mese, magari pagando canoni d’affitto di 600-700 euro mensili. Spesso e volentieri tanti ragazzi dopo breve tempo si licenziano e se ne vanno, oppure fanno 4 mesi e poi l’azienda non rinnova loro il contratto. In realtà i numeri che snocciola Poste Italiane sia riguardo il part time che il tempo determinato non sono reali. Le nuove assunzioni non coprono affatto i pensionamenti. Chiediamo all’azienda rispetto per i postali della provincia di Belluno e del territorio, e auspichiamo un intervento dei politici locali per una mediazione con l’azienda stessa»

Ultimo aggiornamento: 07:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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