Autopsia per il senatore Saviane, le ultime parole alla compagna: «Torno fra 10 minuti»

Sabato 21 Agosto 2021 di Lauredana Marsiglia
Il senatore Paolo Saviane

BELLUNO - «Ci vediamo tra dieci minuti». Sono state le ultime parole di Paolo Saviane alla compagna Daniela Coden. Poi l’attacco di cuore, il coma indotto e un risveglio che non c’è più stato.
Se n’è andato così ieri mattina, all’ospedale di Padova, il senatore della Lega Nord. Aveva 59 anni e un animo gentile. «Amava tanto le sue figlie e me, stravedeva per la sua nipotina di dieci mesi» racconta con dolore la compagna nel dipingere la figura dell’uomo, quella che veniva sempre prima del parlamentare.

Paolo Saviane, originario di Ponte nelle Alpi, residente e San Martino di Chies d’Alpago, era imprenditore del settore legno, socio della storica segheria di famiglia F.lli Saviane Pompeo srl. Leghista della prima ora, giovedì scorso era entrato in ospedale a Padova per un controllo di routine legato al tumore contro il quale aveva combattuto con forza per cinque anni. «La situazione si era stabilizzata - racconta ancora Daniela Coden -, tutto sembrava andare per il meglio. In ospedale mi ha lasciato dicendomi solo “ci vediamo tra dieci minuti”, ma non è più uscito dall’ambulatorio nel quale era entrato. È stato colpito da un attacco di cuore. I medici, che voglio ringraziare per la prontezza con cui hanno agito, hanno davvero fatto il possibile e senza di loro forse se ne sarebbe andato subito. Invece è sopravvissuto altri giorni anche se tenuto in sedazione profonda. Stavano aspettando il momento migliore per svegliarlo, invece, ieri ha ceduto».
Saviane non aveva mai manifestato problemi cardiaci, ma in famiglia c’era stato il precedente di un fratello, morto nelle stesse condizioni. Cosa abbia provocato il decesso lo stabilirà l’autopsia che sarà probabilmente eseguita lunedì, a Padova. Il 9 agosto Saviane era nelle piazze dell’Alpago a raccogliere firme per i referendum sulla giustizia.

Nulla lasciava presagire la rapida dipartita.

La compagna


«Di lui ricorderò sempre la gentilezza - prosegue la compagna -, la grande onesta intellettuale e la sincerità. Spesso la gente mi diceva che Paolo non aveva il fare di un politico, tanto era semplice e buono con tutti». Una animo delicato che si manifestava anche nel suo modo di passare il tempo libero: amava fare piccole passeggiate e fotografare la natura. Lascia le figlie Arianna, mamma della piccola Caterina, e Beatrice. 
Aveva anche un sogno nel cassetto: realizzare quel progetto di legge per fare della provincia di Belluno una Zona economica speciale. «Un progetto - conclude Daniela - che spero possa essere portato a termine». «Mio padre - aggiunge la figlia Beatrice - era una uomo che ha dato tutto per gli altri, nella vita privata come in quella politica. Lascia un vuoto immenso». La famiglia ci tiene a ringraziare i medici dell’ospedale di Belluno e dell’azienda ospedaliera di Padova.

Il ricordo di Salvini


Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, ricorda la sua gentilezza. «Buon viaggio caro Paolo - scrive -, bellunese concreto e combattente, uomo sincero e onesto, sempre disponibile con tutti e mai cattivo con nessuno, neanche con gli avversari. Che il Signore ti accolga in Cielo». 
A piangere è anche la Lega nel ricordare le sue tappe politiche: «Era entrato nel partito nel 1995 quando corse alle comunali in Alpago come candidato sindaco ed è stato uno dei principali fautori della costituzione della sezione Lega dell’Alpago. Dal 2009 al 2015 era stato consigliere di amministrazione all’Ater di Belluno e nel 2015 è stato eletto segretario provinciale del partito che ha retto fino al 2018 quando è diventato senatore. Con il salto a Roma ha portato nella Capitale la voce e i problemi della montagna. Da giugno 2018 a ottobre 2019, inoltre, è stato presidente del Comitato paritetico del Fondo comuni confinanti».
Da imprenditore era sempre stato vicino alle piccole imprese. Negli anni si era speso a fianco degli allevatori per cercare con la politica soluzioni in merito alla convivenza con il lupo e porta la sua firma la costituzione del marchio del Legno veneto. «Con umiltà e senza mai alzare i toni difendeva un’idea di sviluppo del territorio uniforme - conclude la nota della Lega - e che non lasciasse indietro nessuno, per questo sul tema dei fondi di confine era incline ad uno sviluppo strategico di area vasta».
 

Ultimo aggiornamento: 17:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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