Condannato il padre-orco, ma i figli lo "perdonano" e rinunciano al risarcimento danni

Giovedì 15 Luglio 2021 di Lauredana Marsiglia
Il tribunale di Belluno

BELLUNO - Una vita misera per i due figli che il padre aveva persino abbandonato in un istituto nelle Filippine, rientrati poi in patria solo grazie ad un connazionale che si prese a cuore il caso. Ma loro, oggi maggiorenni, hanno voluto ritirare la parte civile nei confronti del genitore ieri condannato a 3 anni e 2 mesi di reclusione per i reati di maltrattamenti aggravati e violazione degli obblighi di assistenza domiciliare. Un gesto nobile, segnale forse di voler dimenticare pagine infelici di un’infanzia annullata da un padre dedito alle sostante stupefacenti e al sesso consumato anche davanti a loro.
Il dramma arriva da un paesino del Comelico dove l’uomo, 53enne, vive ancora, mentre l’ex moglie si sposta spesso.
Il processo si è concluso ieri davanti al tribunale di Belluno che ha accolto la richiesta di condanna del pubblico ministero e di un risarcimento, per il mancato versamento degli alimenti per i figli, all’ex moglie parte civile con l’avvocato Simona Inaese. La richiesta era di 5mila euro, il giudice ne ha accordati 2,5. 
La difesa dell’uomo, affidata all’avvocato Roberta Zancanaro, aveva invece chiesto l’assoluzione affermando che «essere un cattivo padre non significa essere un padre maltrattante». Una tesi che però non è riuscita a cambiare le carte in tavola di un processo dove la sofferta deposizione dei figli è stata una sorta di pietra tombale sulle giustificazioni rese dall’uomo. Le motivazioni della sentenza arriveranno entro 60 giorni. Poi la difesa deciderà se appellare.
I fatti contestati si collocano tra il settembre 2012 e il luglio 2013. I ragazzi, all’epoca, vivevano con lui. La madre era andata via. Una vita di stenti, anche sotto il profilo alimentare. Si mangiava con ciò che arrivava dalla Caritas. Affitto e bollette erano a carico del Comune.
L’uomo avrebbe anche fatto autoerotisimo davanti ai ragazzi. Li avrebbe anche chiusi a chiave nella loro camera da letto per avere campo libero con amici e amiche. Nell’episodio “ammesso” dall’imputato in cui avrebbe dimenticato i bimbi in una stanza i minori sarebbero stati chiusi talmente a lungo (lui dice un paio d’ore) che avrebbero dovuto fare i loro bisogni nei vasi delle piante. Il papà avrebbe anche, secondo le accuse, colpito con schiaffi violenti e calci i figlioletti. E avrebbe maltrattato persino il cane di famiglia. Poi avrebbe lasciato sex toys e immagini pornografiche di fronte ai minori. «Erano solo immagini di ragazze in costume», si è poi giustificato in aula. Ma dalle indagini sembra che quelle pagine e cartelle dal titolo “belle gnocche conosciute in chat” siano state visionate anche dai minorenni, che trovarono in casa anche due vibratori. Ieri la parola fine al primo grado di processo. Poi si vedrà.
 

Ultimo aggiornamento: 22:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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