Ambientalisti corroborati da Confindustria: «Il villaggio olimpico a Fiames è uno spreco»

Lunedì 26 Giugno 2023 di Marco Dibona
L'albergo al villaggio ex Eni

CORTINA D'AMPEZZO - Le posizioni delle confederazioni sindacali e degli industriali convergono, quando si valuta la scelta della sede del villaggio olimpico di Cortina, per i Giochi invernali 2026: meglio ricavare spazi nel vecchio villaggio Eni di Borca di Cadore, invece di costruire una struttura a Fiames, costosa e provvisoria, da demolire all’indomani dell’evento. Roberta de Zanna, consigliera comunale di Cortina bene comune, coglie le posizioni emerse i giorni scorsi, per commentare: «Non serve essere ambientalisti e nemmeno industriali illuminati: anche un bambino capisce che spendere 40 milioni di euro per costruire un villaggio olimpico, che poi verrà smantellato, rappresenta un enorme spreco di denaro pubblico e non lascia alcuna eredità interessante per il territorio».

De Zanna riprende una battaglia che combatte da mesi: «Noi l’avevamo detto subito che era sbagliata l’idea di realizzare il villaggio a Fiames, tra l’altro classificata zona pericolosa dal punto di vista idrogeologico. Stendiamo un velo pietoso sulla diatriba che ha suscitato l’alternativa della Piana di Campo. Abbiamo sempre sostenuto che l’occasione poteva essere sfruttata per recuperare immobili abbandonati e anche il Villaggio Eni di Borca di Cadore rientrava tra queste possibilità. Ora, a poco più di due anni dalle Olimpiadi, anche la Provincia di Belluno, i Sindacati e perfino Confindustria sposa questa proposta». Sulle strategie adottate sinora incalza: «Tutto ciò dimostra l’enorme dose di improvvisazione con cui è stata programmata questa candidatura olimpica. Si naviga a vista; i cantieri per le opere, anche quelle considerate indifferibili, non sono ancora partiti; si continua a sforare il budget e le famose “Olimpiadi a costo zero” sono ormai poco più di una barzelletta.

La promessa, nel dossier olimpico, di predisporre una valutazione generale Vas, per il complesso degli obiettivi e l’impatto delle opere, è stata completamente disattesa per lasciare il posto a una gestione commissariale con carattere d’urgenza. C’è la totale assenza di dialogo con i territori: queste Olimpiadi sono state calate dall’alto e dall’alto continuano a essere gestite. Le promesse di confronto, trasparenza e dibattito con le popolazioni interessate sono cadute nel vuoto. Anche nel ruolo di consigliere comunale si incontrano mille difficoltà per conoscere i progetti; i cittadini sono costretti a formare comitati locali per far valere i propri diritti». De Zanna sostiene che scetticismo e voci di dissenso nei confronti di questa avventura olimpica si stanno diffondendo sempre più: «Ma forse siamo ancora in tempo per porre dei rimedi e prendere quello che di buono può venire da questa decisione: basterebbe che politici e amministratori uscissero da questa logica del fare a tutti costi, per scegliere solo ciò che è realmente utile per il territorio e le generazioni future. Il progresso non si misura più con la quantità di cemento utilizzata, ma passa attraverso la salvaguardia delle risorse ambientali e soprattutto evita ulteriore consumo di suolo». 

Ultimo aggiornamento: 14:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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