L'assessore Franco Roccon: «Nevegal: una nuova era, in barba ai "gufi"»

Martedì 2 Aprile 2024 di Federica Fant
Piste del Nevegal

BELLUNO - Il Nevegal deve farcela da solo. Dopo anni in cui il pubblico ha versato denari, perlopiù in maniera priva di progettualità complessive, forse la svolta è vicina. Ne è convinto l'assessore Franco Roccon, con delega proprio al Nevegal (decisamente l'assessore più criticato dell'era De Pellegrin), che parla della situazione attuale e le sfide future, anche alla luce delle decine e decine di interrogazioni che ha dovuto rispondere lui e il sindaco circa il rilancio del Colle.

Può tracciare un bilancio della situazione attuale per il Nevegal, assessore Roccon?
«Si conclude un anno e mezzo di assoluta difficoltà.

Ricordo che le procedure sono iniziate ancora nel 2019 con l'epoca Massaro e che sono state da noi ereditate a luglio 2022 dopo un anno di giacenza e poca volontà della vecchia amministrazione di concludere una gara che avevano fatto partire. E al di là di ciò che dice l'opposizione in merito alla procedura della gara i parametri sono stati tutti rispettati. Noi abbiamo costruito una gara in linea con quanto stabilisce il Codice degli appalti e abbiamo assecondato le puntuali indicazioni che ci venivano suggerite dai consulenti».

Come avete calcolato i parametri economici? Molti hanno sostenuto che fossero troppo alti.
«I parametri economici sono stati calcolati in base alla media dei bilanci delle ultime due società che hanno gestito gli impianti: la Nevegal2021 ora e l'Alpe del Nevegal prima. C'era inoltre la perizia dei 145mila euro del valore degli impianti di risalita a suo tempo (2021) definita con perizia giurata dalla proprietà con impegno irrevocabile a vendere al comune una volta individuato il gestore. Il tutto inserito nel bando di gara».
Più di qualcuno ha pensato e detto che l'amministrazione De Pellegrin non sarebbe riuscita ad emettere il bando.

Poi si è ipotizzato che sarebbe stato un bando fatto su misura. Cosa risponde?
«Se lo fosse stato non sarebbe andato deserto la prima volta. Non era assolutamente un bando tarato visto che ha partecipato un Ati e non solo la Nevegal 2021 srl. E guai se lo avessimo fatto, non avevamo certamente intenzione di incorrere in sbagli che avrebbero avuto risvolti penali (forse qualcuno lo sperava). Abbiamo ottimi uffici che hanno vigilato e operato bene. Non abbiamo voluto aiutare nessuno se non il Nevegal ad avviarsi ad una nuova stagione».

Adesso però ci si ritrova con l'Ati che non ha perfezionato il contratto di stipula della gestione. Si poteva fare in altro modo?
«Si parla di un bando di un certo tipo a doppio effetto, anche impegnativo che stabiliva 12 anni di gestione con un apporto economico importante per il gestore negli investimenti per la messa in sicurezza e manutenzioni straordinarie degli obsoleti impianti. Non c'era alternativa: o allungavamo il tempo per il gestore nell'ammortizzare le revisioni obbligatorie oppure il comune doveva mettere molto più (250mila) dei circa 100mila euro all'anno da dare in qualità di proprietario, in questo caso, all'Ati gestore. La stagione appena conclusasi non è terminata nel migliore dei modi. Il contesto è mutato. Inoltre, qui lo posso dire, tutte le interrogazioni presentate nei vari Consigli comunali mirava a mettere in cattiva luce, non solo l'Amministrazione ma anche l'Ati. Ho notato un certo piacere da parte di qualche gufo nel vedere che le cose non si concludevano malgrado avessimo aggiudicato a dicembre la gara e attendavamo, come da procedura, la firma del contratto di gestione per andare poi ad acquistare gli impianti».

Con le comunicazioni avvenute da parte dell'Ati e della Nevegal 2021 d'inizio marzo, avreste potuto continuare la gara e definire un eventuale danno economico per il Comune?
«La comunicazione da parte di Nevegal 2021 di indisponibilità a vendere gli impianti al comune di Belluno, fa venire meno il cuore della stessa gara e non c'era altra azione da fare che fermare il tutto. Abbiamo quantificato in 50/55mila euro il costo sostenuto dal comune di Belluno per espletare la gara con anche i consulenti e abbiamo trovato nell'Ati capitanata da Dolomiti strade srl, una grande serietà e professionalità nel disporre il pagamento di tale cifra, cosa, credo, già avvenuto. Una gara non facile per tutti e che da parte nostra si era conclusa con soddisfazione. Quattro anni sono lunghi e giustamente la proprietaria degli impianti (Nevegal 2021) ha ritenuto di guardare i propri interessi e giustamente anche quelli del Colle, guardando ad un Consorzio che prospetta risultati molto migliori rispetto ad una questione mista pubblico privato con mille lacci e lacciuoli».

Ora si apre una nuova era?
«È ciò che tutti auspichiamo. Bene che il Consorzio si sia fatto avanti, grazie anche alla società Uoffi srl, e abbia fatto i suoi ragionamenti e valutazioni tecniche economiche. Le persone che lo compongono hanno molta esperienza in questo campo e hanno subito visto del potenziale sul Nevegal, sia invernale ma soprattutto estivo».

Cosa risparmia a questo punto il Comune?
«Risparmia certamente i 145mila per l'acquisto degli impianti, risparmia oltre 1.200.000 spalmati in 12 anni di gestione, risparmia i 200 mila posti a bilancio per cofinanziare un contributo di 300mila che la Regione Veneto si era impegnata a mettere sugli impianti di proprietà pubblica; venuto meno l'acquisto pubblico, deduco venga meno anche questo impegno del comune, ma questo lo vedremo in seguito con i dirigenti della Regione».

E la cordata italo algerina?
«La cordata è viva e vegeta. Ha sottovalutato probabilmente le difficoltà nel finanziare con fondi esteri interventi sul territorio nazionale passando attraverso le banche centrali dove risiedono i Fondi. Attendiamo anche noi gli sviluppi. Più attori s'interessano del Colle e meglio è. Una cosa non esclude l'altra».

Quale apporto allo sviluppo del Nevegal può ora portare l'Amministrazione De Pellegrin?
«Sta già portando le cose concrete di una riqualificazione del piazzale e dei parcheggi i cui lavori ripartono la prossima settimana; sta portando l'avvio dei lavori per il bacino di contenimento della Grava di 28 mila metri cubi d'acqua utili all'innevamento e all'antincendio. Daremo, per quanto possibile, un aiuto ad intercettare eventuali fondi regionali e statali che possano aiutare chi nel Nevegal ha voluto credere ancora senza dare ascolto alle varie cassandre. Altre cose sono in gestazione per il turismo estivo ed invernale, in collaborazione anche con le associazioni e le società presenti che hanno a cura questo amato Colle».
 

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