Tutti in fila per le Dolomiti: «Fioccano prenotazioni da Cina, Corea e Giappone»

Sabato 3 Giugno 2023 di Giovanni Santin
Tre Cime di Lavaredo

BELLUNO - Mentre qualcuno mette in discussione la via della Seta, negli alberghi della provincia di Belluno stanno cominciando ad arrivare turisti dall'Asia: «In particolare da Cina, Corea e Giappone riferisce Walter De Cassan presidente di Federalberghi bellunese che dopo la pandemia non avevamo ancora visto».

Ma ieri c'erano anche tantissimi turisti italiani: il ponte del 2 giugno rappresenta da sempre l'anticipo dell'estate sulle Dolomiti. E, nonostante le previsioni meteo non fossero ottimistiche, tanti escursionisti si sono riversati in montagna, in concomitanza con la riapertura di molti impianti e degli alberghi. Alle 10 di ieri c'era già una coda di 2 chilometri all'uscita dell'autostrada.

GLI ARRIVI
Dall'osservatorio privilegiato di De Cassan, in questo momento sono proprio gli stranieri a costituire la voce più interessante nel bilancio del turismo bellunese: «Il loro ritorno era già ricominciato lo scorso anno osserva, dati alla mano ma dai primi flussi in corso ora, la loro presenza sta aumentando ulteriormente. E, appunto, vediamo arrivare persone da zone che ancora non si erano riaffacciate in provincia». Si tratta per lo più di presenze veloci, uno-due giorni, perché si tratta di gruppi che stanno facendo il gran tour d'Italia e fra le varie zone toccate non possono naturalmente mancare le Dolomiti. Buone notizie anche per quanto riguarda le prenotazioni che «stanno andando relativamente bene», dice sempre il presidente De Cassan. Che però è ancora cauto: «Almeno per il momento, non è possibile, nel senso che è ancora prematuro, fare un confronto con l'anno 2019, cioè l'ultima estate prima del Covid». Insomma: per stilare bilanci e permettersi di fare confronti, sarà necessario attendere ancora un po', con dati più certi e stabilizzati. Ma il fatto che le cose stiano andando bene, è certificato dal numero di aperture delle strutture: «Alberghi e altro sono aperti praticamente ovunque, praticamente tutti prosegue De Cassan e chi non lo ha ancora fatto, si accoderà entro la metà di giugno».

QUESTIONE PERSONALE
Le note dolenti arrivano invece dalla ormai nota carenza di personale: trovare cuochi, camerieri, persone per la pulizia delle stanze e dei locali è sempre più difficile. E si moltiplicano gli annunci con richiesta di forza lavoro. Una situazione che spesso rischi di compromettere l'offerta garantita dagli alberghi. «Sotto questo punto di vista, anche quest'anno il panorama rimane problematico. Come facciamo fronte alle difficoltà? Con la riduzione dei servizi, anche al bar e al ristorante, con la contrazione degli orari di apertura. O magari può accadere che chi di solito aveva il ristorante aperto anche a clienti esterni, ora è costretto a limitarlo ai soli alloggiati». De Cassan commenta anche quanto emerso da una recente inchiesta che dimostra come in provincia di Belluno gli iscritti ad Istituti Alberghieri statali e ai corsi Enaip riservati alla ristorazione, siano in costante diminuzione: «Per noi si tratta di un trend assolutamente preoccupante. Probabilmente bisognerebbe riuscire a dare nuovi stimoli: un compito che spetta sia alla scuola sia a noi».

LE IPOTESI
Uno stimolo potrebbe essere lo stipendio, visto che la stessa inchiesta ha messo in luce come i giovani siano poco attratti da un lavoro la cui retribuzione non è sufficientemente gratificante a fronte di un impegno, anche orario, molto pesante. Ma De Cassan non ci sta: «Un ragazzo che fa la stagione, inquadrato al quinto-sesto livello, di base prende dai 1.200 ai 1.300 euro al mese, come da contratto nazionale, fermo peraltro da un po' di tempo. Ma dubito davvero che nelle nostre zone siano queste le paghe. Va poi segnalato che ci sono anche ragazzi, spesso 18enni, praticamente senza esperienza, che si presentano chiedendo lavoro o rispondono alle offerte, pretendendo cifre da sballo insostenibili per i titolari che li assumono. Poi è chiaro: si tratta di un lavoro difficile, complesso, che ti costringe a lavorare quando gli altri riposano, il sabato e la domenica, alla sera». Magari anche il personale, prima o poi, come accadrà per gli infermieri in arrivo dall'India, potrebbe arrivare dall'Asia.
 

Ultimo aggiornamento: 16:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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