Audio di Maicol in aula racconteranno la verità sul suo presunto persecutore

Venerdì 25 Gennaio 2019 di di Olivia Bonetti
Audio di Maicol in aula racconteranno la verità sul suo presunto persecutore
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VALBELLUNA
Una mattinata di battaglia in aula e il processo deve ancora iniziare: la guerra, sul caso che vede parte offesa anche la deceduta Maicol Zanella si annuncia lunga e dolorosa. La 22enne, originaria di Quero, venne trovata morta per cause naturali (e che nulla hanno a che vedere con il processo ndr), nella sua casa di Lentiai il 26 gennaio 2016: fu stroncata da una patologia congenita al cuore. 
IL PROCESSO
In Tribunale a Belluno, ieri mattina, è approdato il processo che vede alla sbarra Renato Carpene, 52 anni, di Sedico con studio odontoiatrico a Trichiana, e Claudio Pietrobon, 59 anni, di Castelfranco (Treviso). Sono coimputati per l’esplosione dei 3 colpi di arma da fuoco contro un’auto a Villa di Villa di Mel, nella notte del 29 dicembre 2014. Il procedimento si intreccia con quello per atti persecutori a Maicol Zanella, da parte del suo datore di lavoro, che era proprio Carpene. Secondo l’ipotesi accusatoria gli spari (il pistolero sarebbe Pietrobon con Carpene alla guida dell’auto della spedizione) sarebbero arrivati al culmine di quel delirio persecutorio del dentista, che avrebbe nutrito sentimenti ostili nei confronti del barista Roberto Tessaro (parte civile con l’avvocato Luciano Perco). Secondo la difesa, invece, le due vicende non sarebbero affatto collegate, e ieri hanno dato battaglia per estromettere dal processo i genitori della giovane deceduta, parte civile con l’avvocato Martino Fogliato.
LA BATTAGLIA
Il processo che si doveva aprire ieri di fronte al giudice Angela Feletto è stato rinviato al 31 gennaio quando, forse, dopo la prima lunga battaglia, si chiuderà la fase interlocutoria. Solo allora si conoscerà la decisione del giudice sull’opposizione alla trascrizione delle intercettazioni telefoniche, sollevata ieri dalla difesa Carpene, con gli avvocati Monica Barzon e Mauro Gasperin. Il giudice ha deciso subito, invece, sulla richiesta di estromettere i genitori di Maicol dal processo. Dovevano andarsene perché, non vi sarebbe, a parere della difesa Carpene, collegamento tra gli spari e lo stalking. Se così fosse finirebbe nel nulla il processo per gli atti persecutori, per una questione tecnica-procedurale. Ma solo nel processo si potrà capire se c’è collegamento oppure no e ha quindi il giudice ha confermato, per ora, la parte civile Zanella. Quella era solo la prima battaglia.
GLI AUDIO
La Procura ha chiesto e ottenuto l’acquisizione dei numerosi file audio registrati da Maicol, con conversazioni con il dentista. Ammesse altre prove, ancora sotto sigilli: buste con lettere del dentista e della ragazza e atti con riconoscimento di debito da parte del datore di lavoro alla dipendente. Tutto sarà trascritto da un perito, che dovrebbe trascrivere anche le intercettazioni tra Carpene e Pietrobon. Ma su questo punto la difesa si è opposta con tutte le sue forze e il giudice si è preso tempo per decidere. È evidente che quello è un nodo fondamentale del processo: dalle intercettazioni la Procura potrebbe riuscire a provare il collegamento tra il dentista e Pietrobon (attualmente in carcere a Viterbo dopo un passaggio anche nelle carceri abanesi, rappresentato ieri in aula dall’avvocato Valentina Mazzucco) tassello fondamentale dell’impianto accusatorio. Le intercettazioni scattarono dopo le informazioni fornite ai carabinieri da una fonte confidenziale. Non sarebbe sufficiente, secondo la difesa. 
 
Ultimo aggiornamento: 15:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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