Lupi predatori. «Morto anche lo yak: ormai la situazione è fuori controllo»

Domenica 25 Febbraio 2024 di Giovanni Santin
Yak morto

CHIES D’ALPAGO - Dopo due giorni dalla sua pubblicazione, anche l’amministrazione comunale di Chies d’Alpago interviene per prendere posizione circa lo yak, il bovino tibetano “anti-lupo” rinvenuto senza vita nei pressi di casera Antander.

E se da un lato la nota diffusa ieri vuole ribadire una volta di più che la presenza del lupo ed il numero delle predazioni registrate in questi ultimi cinque anni costituiscono un vero problema per il territorio, essa è intrisa di ironia e di provocazioni. Fra le righe il comunicato lascia infatti emergere due ipotesi: la prima è che quando si parla dei lupi dell’Alpago non lo si fa con riferimento ad una specie normale, ma che piuttosto si tratti di “super-lupi”; la seconda, visto che al momento nessuno ha denunciato la morte di un proprio yak, immagina di poter chiedere informazioni a Cina e Tibet. 

L’ALLARME
«Se fosse confermata la predazione di uno yak da parte del lupo a Chies d’Alpago – esordisce così il comunicato stampa firmato dall’amministrazione comunale - sarebbe l’ennesima conferma per noi di una situazione totalmente fuori controllo, come abbiamo avuto modo di spiegare recentemente anche al ministro Pichetto Fratin». Infatti, solo una settimana fa, tre rappresentanti del comune di Chies avevano incontrato il responsabile dell’Ambiente del governo Meloni per presentare, dati alla mano, la difficile situazione legata al lupo, con ricadute che coinvolgono anche la cura del territorio e non trascurano timori per il turismo: oltre alle 800 predazioni pari al 10% di quanto accade nell’intero paese, ha colpito il ministro il numero di hobbisti che nello stesso periodo sono passati da 70 a 30. L’intervento diffuso ieri dall’amministrazione prosegue: «A fine novembre scorso, con l’arrivo dei suoi yak, Reinhold Messner affermava che “davanti a loro i carnivori fuggono”. Almeno così leggevamo sui giornali. La qual cosa è probabilmente vera in buona parte del mondo, ma parrebbe non valere nella conca dell’Alpago, dove la situazione lupo ha raggiunto livelli di criticità al di sopra anche della resilienza al carnivoro dei giganti bovini tibetani». 

IL MISTERO
Nonostante le notizie raccolte facciano pensare proprio ad una predazione opera di uno o più lupi, da Chies non intendono sbilanciarsi: «La foto pubblicata dal Il Gazzettino è emblematica, ma non ci sono conferme sulle motivazioni della morte dello yak: potrebbe essere morto di fame o di stenti o di freddo: la rosa delle possibilità è ampia». In chiusura ecco spazio all’ironia: «Da anni siamo abituati a vedere gli splendidi yak dal pelo scuro pascolare attorno a malga Cate; nella foto pubblicata sul quotidiano vediamo invece uno yak dal pelo chiaro, simile a quelli di Messner. Da quanto leggiamo sembra non essere di nessuno e potrebbe essere arrivato in zona in dispersione, come è solito fare il lupo. E forse è stato il pelo chiaro a non spaventare abbastanza i lupi. Di certo chiederemo di approfondire la questione a chi è più esperto di noi sul tema e stiamo valutando anche se contattare il Governo cinese e la Tibet University». 

LA PREOCCUPAZIONE
Infine ecco le ultime considerazioni: «Tra le ipotesi c’è che lo yak domestico incuta meno paura dello yak selvatico, notoriamente più burbero e aggressivo. Vera o no questa predazione dello yak, rimane il fatto che le predazioni in Alpago risultano ben al di sopra della media nazionale, ma ancora non abbiamo una risposta se il problema stia nel numero dei lupi o nel fatto che qui si sono insediati dei super-lupi». Ma di fondo e anche dietro le righe, per il comune di Chies questa pare essere un’altra occasione per ricordare quanto è successo negli ultimi anni. Una preoccupazione che si riaffaccia con l’arrivo delle temperature più miti e il ritorno al pascolo. 
 

Ultimo aggiornamento: 08:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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