Italgas, bufera all'apertura delle buste. «Gara corretta, non si torna indietro»

Venerdì 27 Dicembre 2019 di Andrea Zambenedetti
Bufera all'apertura delle buste. Italgas: «Gara corretta, non si torna indietro»
BELLUNO - «È incomprensibile quello che sta succedendo». Nella bagarre seguita all'apertura delle buste per la gara per l'affidamento della rete del gas si inserisce anche Italgas, partecipata da Cassa Depositi e prestiti, che ha presentato l'offerta più competitiva. 

UN PASSO INDIETRO
Prima della conclusione del bando una serie di sindaci aveva sottolineato, perizie alla mano, che il valore del bando era errato. Non uno sbaglio da poco ma di quindici milioni di euro. La rete del gas, patrimonio dell'intera provincia, varrebbe 75 milioni di euro e non quelli indicati nel bando e ricavati utilizzando delle tabelle che comparano i valori del Veneto e non quelli del Trentino. «La privatizzazione si configura più o meno come un esproprio, la perdita ipotetica è probabilmente sottostimata visto che vi sono ulteriori errori macroscopici» hanno sottolineato nelle ultime ore una serie di sindaci bellunesi. In ogni caso, nonostante la richiesta di uno stop da parte delle assemblee di Bim e Atem le buste sono state aperte, svelando che l'offerta migliore è quella firmata da Italgas e dando la stura a un fiume di polemiche. A prendere posizione anche la Provincia, con il presidente Padrin, che ha chiarito di appoggiare i sindaci schierati contro la decisione di proseguire la gara. La patata bollente è tra le mani della stazione appaltante: il Comune di Belluno.

LA REPLICA DEI VINCITORI
«Ammesso e non concesso che il valore della rete non sia corretto - spiega Pier Lorenzo Dell'Orco, direttore dello sviluppo commerciale di Italgas - non è pensabile che il bando venga a questo punto ritirato. Nel caso in cui venisse annullata la gara la Stazione Appaltante si esporrebbe ad un ricorso certo da parte dei concorrenti che per preparare le offerte hanno sostenuto spese quantificabili in milioni di euro e tali spese dovrebbero a quel punto essere rimborsate dalla stazione appaltante con conseguente danno erariale a carico dell'ente pubblico e prevedibile interessamento da parte della conte dei conti». 

BATTAGLIA LEGALE
Insomma se sarà necessario ricorrere alla battaglia a suon di carte bollate Italgas non si sottrarrà. Ed è la stessa società dell'energia a spiegare perché arrivati a questo punto non c'è alternativa a procedere con l'assegnazione e non è possibile innestare la retromarcia. «Siamo sorpresi nel merito e nel metodo. L'indennizzo per la rete è stato definito oltre tre anni fa dai singoli concessionari, tra i quali Bim Belluno - prosegue Dell'Orco - e successivamente approvato dai singoli comuni interessati con le apposite delibere. Ma non basta, il valore è stato anche valutato da Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) che ha deliberato ritenendolo congruo. Gli stessi sindaci che già una volta hanno deliberato che quel valore andava bene sono in qualche gli stessi che ora vorrebbero venisse ritoccato. Nel metodo sottolineiamo che è sorprendente si pensi di sospendere la gara in autotutela. La stazione appaltante ai fini della gara è a tutti gli effetti un ente terzo e super partes rispetto ai gestori e ad essa non è permesso di sospendere la procedura competitiva per un ripensamento sull'indennizzo di uno dei gestori. Chiediamo quindi si proceda con l'assegnazione».

IL PARADOSSO
«Spiace, inoltre, constatare che nessuno dei sindaci che oggi si oppone alla prosecuzione della gara abbia spiegato pubblicamente che, nel caso in cui venisse ridefinito ex post il valore della rete della Bim Belluno in quindici milioni di euro in più - proseguono i vertici di Italgas - questo aumento ricadrebbe, per legge, interamente sui cittadini, con tariffe più elevate a parità di servizio».

IL MONITO
«Se fosse vero che i sindaci hanno valutato la revoca della delega alla stazione appaltante sottolineiamo che ciò sarebbe contrario al decreto ministeriale 226 del 2011, il quale prescrive chiaramente che la stazione appaltante non può che essere il capoluogo della provincia senza necessità di alcuna delega da parte dei comuni. Non possiamo in alcun modo ammettere un simile precedente».
Andrea Zambenedetti
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