Colata di fango e ghiaia dal Pelmo: invasa la stradina che sale al rifugio. Il gestore: «Aspetto le piogge con apprensione»

L’allarme era scattato lunedì mattina quando gli operai della ditta che sta lavorando sull’edificio si sono trovati la strada sbarrata dalla ghiaia

Mercoledì 25 Ottobre 2023 di Giuditta Bolzonello
La colata di ghiaia e fango che ha invaso la carrareccia che sale al rifugio Città di Fiume

BORCA (BELLUNO) - Ennesima colata detritica sulle Dolomiti. «Questa volta è toccata a noi. Una di quelle cose che non ti aspetti e che ti prendono di sorpresa anche se ormai riempiono le cronache di montagna»: il gestore del rifugio Città di Fiume Mario Fiorentini affida ai social la notizia, “dopo le abbondanti piogge di venerdì scorso, un’importante colata detritica partita dalla fessura tra Pelmo e Pelmetto è scesa giù, ma proprio giù, fino a raggiungere e invadere la via di accesso, il sentiero 467, che sale al rifugio”. Una frana consistente che ha mosso anche massi di notevoli dimensioni; il rifugio era chiuso dall’8 ottobre, ma per questo fine settimana era in programma un evento che per ora resta in bilico. L’allarme era scattato lunedì mattina quando gli operai della ditta che sta lavorando sull’edificio si sono trovati la strada sbarrata dalla ghiaia scesa dal canalino tra Pelmo e Pelmetto. A preoccupare ulteriormente il gestore le previsioni meteo che annunciano un periodo instabile con altre precipitazioni e quei lavori di manutenzione e miglioria che non sono finiti.

La possibile causa

«Il rifugio è agibile all’80% ma per ora gli operai dell’impresa che sta lavorando devono salire a piedi come hanno fatto lunedì, speriamo, del resto è successo così improvvisamente e così in fretta che ci ha spiazzato», dice Fiorentini. La causa potrebbe essere la rottura di una “tasca d’acqua” trattenuta all’interno dell’areale di ghiaccio e neve di val d’Arcia che ha rovesciato a valle tutto il materiale, la nicchia che si è aperta è di dimensioni non trascurabili e a volte basta la pioggia per creare problemi. 
«Ho cominciato a guardare in modo più attento quelle montagne - spiega il gestore - ad ascoltare i rumori nuovi che arrivano da lassù e a tenere sott’occhio quelle lingue bianche rimaste nascoste per decenni e che ora si riprendono la scena. E con un po’ di apprensione, aspetto le prossime piogge». Con un occhio alle previsioni e alla stazione meteo, che dal rifugio informa sullo stato dell’arte, il gestore segue dalla pianura dove risiede quando non è sulle Dolomiti; si attendono gli sviluppi anche per confermare o meno il programma sulla panificazione. 

L'evento potrebbe saltare

L’hanno chiamato “Pane in montagna”, panificazione ad alta quota, evento annunciato per il 28 e 29 ottobre come l’occasione per stare due giorni in compagnia in un luogo magico a cospetto del “Trono degli dei”, per scoprire le tecniche di lievitazione e cottura del pane, «un corso pensato per chi ama la montagna e le cose fatte dolcemente a mano, due giorni a contatto con la natura scoprendo il bosco e il territorio in cui è immerso il rifugio insieme ad una guida ambientale escursionistica, per sperimentare le tecniche di lievitazione e cottura del pane con pasta madre». Ma bisognerà capire e verificare l’evoluzione della colata prima di confermare il progetto molto atteso. Il Rifugio Città di Fiume si trova in territorio di Borca di Cadore, si colloca di fronte alla parete nord del Pelmo, al Pelmetto e alla Civetta, mentre alle sue spalle scendono i declivi del Col de la Puina; in lontananza ecco il ghiacciaio della Marmolada ed il gruppo del Sella; è tappa dell’Alta Via numero 1 delle Dolomiti e della Via Transalpina, punto di osservazione del sentiero tematico e parlante “Anello del Pelmo”. Lo si raggiunge con una facile passeggiata che parte ai piedi del Pelmo dove c’è un ampio parcheggio per lasciare l’auto.

La stradina tutta in sterrato bianco sale inizialmente fino a Malga Fiorentina e da lì prosegue per il rifugio che si trova in un pianoro dove le mucche della malga pascolano liberamente. È stato ristrutturato ad inizio anni sessanta ad opera del Club Alpino Italiano di Fiume, poi inaugurato il 20 settembre 1964 è da allora gestito dalla medesima sezione che, dopo gli eventi della seconda guerra mondiale, ha sede a Padova.

Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 12:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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