Sottrae 70mila euro alla figlia non vedente: il papà condannato a tre anni

Gelatiere aveva prelevato la somma per far fronte alla crisi dovuta al Covid

Giovedì 6 Aprile 2023 di Olivia Bonetti
Sottrae 70mila euro alla figlia non vedente: il papà condannato a tre anni

BELLUNO - Tre anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. È questa la condanna pronunciata ieri dal tribunale di Belluno in composizione collegiale per l’imprenditore Graziano Migotto (avvocato Giorgio Gasperin) nei guai per peculato. Il gelatiere 70enne di Belluno, era accusato di aver usato 70mila euro di soldi che avrebbe dovuto gestire per la figlia cieca, di cui era amministratore di sostegno.

Denaro che sarebbe andato anche nell’attività che aveva in quel periodo in città, per tamponare la crisi, come è emerso nel processo. La gestione del denaro non regolare era stata evidenziata dai controlli del nuovo amministratore di sostegno della figlia nominato dal giudice: aveva rilevato dei passaggi “irregolari” di denaro dal 2015 al 2019 e denunciato. Ieri sono state concesse le attenuanti generiche a Migotto, perché si è comunque sempre preso cura della figlia disabile, che non aveva nessun altro.
IL PROCESSO
Erano 5 i capi di imputazione con i quali era stato portato a processo peculato, rifiuto e omissione di atti d’ufficio, abuso d’ufficio a impiego di denaro di provenienza illecita. All’ultima udienza c’erano state le conclusioni del processo con la richiesta della Procura per la condanna a 6 anni. Una pena dimezzata dai giudici, in cui hanno pesato le attenuanti generiche. La difesa sostenuta dall’avvocato Giorgio Gasperin, aveva contestato ogni punto dei 5 capi di accusa chiedendo l’assoluzione piena per il suo assistito: alla base di quella gestione del denaro infatti ci sarebbero stati solo dei prestiti poi restituiti alla figlia. Ieri l’avvocato ha ottenuto l’assoluzione per 4 dei capi d’accusa, ma il peculato è stato confermato al termine del processo. La figlia era costituita parte civile tramite l’attuale amministratore di sostegno, Elisabetta Bastianon, con l’avvocato Chiara Altin di Treviso: il tribunale ha anche condannato il padre al risarcimento dei danni da far valere in un giudizio civile, stabilendo 20mila euro di provvisionale e 4628 euro spese per spese di costituzione e assistenza legale. 

LA RICOSTRUZIONE
Il 70enne è stato amministratore di sostegno della figlia cieca dal 14 ottobre 2015 al 10 giugno 2020 e, all’epoca dei fatti, gestiva il denaro di due conti correnti: uno aperto alla banca dei Monti di Paschi di Siena, intestato alla figlia e alla compagna dell’imputato; e un altro alla Cortinabanca Credito Cooperativo, filiale di Belluno, intestato solo alla figlia.

Secondo l’accusa, l’uomo si sarebbe appropriato di circa 66mila euro, prelevandoli dai conti della donna e investendoli nella propria attività commerciale. Soldi che per la procura non potevano essere riconducibili alla gestione e all’assistenza della figlia, la quale disponeva di uno stipendio e di un’indennità di accompagnamento. Pur non avendo spese particolari, tranne una quota parte del canone di locazione della casa, la donna si trovava spesso senza contanti necessari per pausa caffè, gite al mare, e vestita con abbigliamento da pochi soldi. A luglio 2020 inoltre, secondo quanto raccolto dalla Procura, entrambi i conti correnti della figlia erano in rosso. Inoltre il padre amministratore non avrebbe depositato la relazione scritta con il rendiconto delle somme di denaro utilizzate ogni anno per 5 volte (nel 2015, 2016, 2017, 2018, 2019) nonostante i solleciti da parte del giudice tutelare. La scusa era sempre la stessa: «Non ho tempo». Da qui la decisione di sostituirlo nel 2020 e la scoperta della gestione non regolare che ieri ha portato alla condanna.

Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 17:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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