Coronavirus: estate a rischio nei grandi alberghi di Cortina

Martedì 21 Aprile 2020 di Marco Dibona
Cortina con la pioggia
L’emergenza sanitaria da coronavirus Covid-19 potrebbe comportare la chiusura di alcuni degli alberghi più grandi di Cortina, fra le case storiche della conca ampezzana, nei prossimi mesi. È il timore che esprime Roberta Alverà, presidente dell’associazione albergatori di Cortina: «Noi stimiamo che le strutture più piccole potranno limitare i danni, con aperture ridotte. Invece gli hotel più grandi dovranno fare una seria analisi di costi e benefici ed eventualmente non aprire neppure, per concentrarsi sulla prossima stagione turistica invernale».
GLI ELEMENTI
La valutazione della presidente Alverà tiene conto di diversi fattori: «Siamo alle soglie di una stagione turistica estiva che mai avremmo immaginato di dover affrontare in questo modo, con tante problematiche per l’aspetto sanitario, per la necessità di garantire la sicurezza dei clienti e dei nostri dipendenti, ma anche per capire quale clientela verrà nelle nostre strutture». Se un albergo più piccolo, magari a conduzione familiare, può modulare la sua organizzazione, in base al periodo, all’affluenza, alla tipologia degli ospiti, un grande hotel ha bisogno di molto personale, ha costi fissi elevati, forse troppo, per la risposta che può venire da una stagione turistica estiva del tutto incerta nell’andamento, ma con la sicurezza delle difficoltà. Eppure c’è chi affronta questa emergenza con determinazione: «Io sono un ottimista, perciò ritengo che si debba provarci – dice Gherardo Manaigo, dell’hotel de la Poste, una delle case storiche della ricettività ampezzana - noi saremo operativi dal 18 giugno, anche se ci muoveremo gradualmente. Bisognerà essere molto elastici: anche gli hotel più grandi dovranno imparare a fare il massimo, con il minimo di personale».
L’EVOLUZIONE
Resta l’incognita degli sviluppi della pandemia e delle misure che saranno adottate in Italia e nella Regione Veneto: «Prima di tutto bisognerà aspettare di avere regole certe, quando saranno formulate, e rispettarle – commenta Manaigo – mentre sappiamo per certo che dovremo affrontare costi enormi, sia per il personale, sia per seguire le nuove procedure». Ci sono invece molte incognite sulla risposta che potrà venire dall’ospite: «Sappiamo già che mancherà del tutto l’apporto del mercato straniero, che rappresenta il 50 per cento del nostro fatturato d’estate. Quest’anno non arriveranno ospiti dall’America, da molti stati dell’Asia, ma neppure dall’Europa. Avremo solo la clientela italiana, e anche quella sarà in difficoltà, per la stagnazione dell’economia. Confido invece nel fatto che gli italiani resteranno in patria, non andranno in giro per il mondo, per cui potrà esserci un incremento del 30 per cento della richiesta nazionale». 
IL PATRIMONIO
Manaigo ritiene inoltre che le Dolomiti possano essere una destinazione meno penalizzata, rispetto ad altre, soprattutto al mare: «La montagna ha il vantaggio della varietà dell’offerta e dell’ampiezza degli spazi da offrire. Il turista che viene qui può svolgere molteplici attività all’aria aperta, in un ambiente ricco di salubrità. Può muoversi sui sentieri, verso i rifugi, camminare, arrampicare, praticare diversi sport; non è confinato sull’arenile. In quanto alla tipologia degli alloggi scelti per le vacanze, credo che ci sarà un forte incremento degli affitti di appartamenti e ci sarà anche un incremento nell’utilizzo delle seconde case». Rivolge infine un appello al comune: «Per le attività in paese, l’amministrazione potrà dare una mano, concedendo il plateatico gratuito a chi fa domanda, per accogliere clienti all’aperto; altrimenti certi locali non potranno neppure aprire, se dovranno rispettare le distanze». 
Ultimo aggiornamento: 08:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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