Vita da emarginati, due morti in un mese. La Caritas: «Tanti i casi al limite»

Domenica 12 Febbraio 2023 di Giovanni Santin
foto di repertorio

BELLUNO -  Due i decessi registrati in un mese di persone disadattate. Dopo l'84enne trovato vicino a una chiesetta a Longarone, ieri l'altro è stata la volta del 64enne Tiziano Conti, di Belluno, deceduto nella sua casa senza porte né finestre. Nessuno dei due ha mai accettano aiuti. Ma non sono gli unici casi disperati.  È il caso di un iracheno di cui da tempo si sta interessando la Caritas diocesana. Racconta il direttore don Francesco D’Alfonso: «Si tratta di un uomo di circa 40 anni, anche se ne dimostra di più, che da tempo vive e dorme all’aperto. Lo abbiamo avvicinato per convincerlo a farsi ospitare in un albergo, ma ha detto di no. Nel timore che non capisse bene l’italiano, gli abbiamo parlato anche grazie alla traduzione di una donna araba, ma il risultato non è cambiato e, ancora, resiste a vivere in questo modo».
Del caso il direttore D’Alfonso ha anche parlato con l’amministrazione comunale e le Questura e all’orizzonte non è escluso un Tso per garantirgli una situazione più sicura dopo che per il momento ha avuto come zone di riferimento Ponte nelle Alpi ed in città via Vittorio Veneto e Baldenich.
«Per il momento è assistito da una rete di persone che gli portano qualcosa di caldo e gli hanno anche fornito un sacco a pelo, ma di più non è possibile fare, perché anche nel corso dell’incontro che ho avuto con lui due giorni fa, non ha cambiato idea». 
Simile il caso di una donna rumena che vive e dorme in macchina e che, a sua volta, ha declinato un’ospitalità in una struttura. Più in generale le antenne della Caritas sono sempre accese. «Quando ci risulta una situazione di questo tipo – spiega D’Alfonso – noi cerchiamo di intervenire: offriamo alloggio se abbiamo posto o, in attesa di una soluzione definitiva, anche ospitalità per alcuni giorni in un B&B o in albergo». È il caso, per esempio, di un signore che dopo aver dormito per molto tempo in stazione, ora è stato inserito a Casa Emmaus, una delle strutture della Caritas. Quest’ultima è in grado di offrire ospitalità e undici posti letto in città: «Purtroppo solo per uomini. Ma a fine marzo sarà aperta una struttura per le donne in vescovado. A Feltre abbiamo alcune stanze di prima accoglienza e otto appartamenti; altre strutture servono per la seconda accoglienza. La rassegna si completa con un appartamento a Puos e una stanza con servizi a Sedico». 
Ogni tanto però accade che alcune persone spariscano dai radar. È il caso del signore trovato morto un mese fa a Faè che pure la Caritas aveva intercettato: «Quando lo abbiamo cercato, non lo abbiamo più trovato». Le segnalazioni di casi di necessità non si fermano. L’ultima due giorni fa: «Si trattava di un greco che viveva a Santo Stefano e che siamo riusciti ad ospitare a Feltre. Quando veniamo a conoscenza di situazioni difficili, ci adoperiamo per garantire un aiuto, ma non sempre le conosciamo. Così è accaduto per quattro egiziani richiedenti asilo: si sono presentati in Questura forse sperando che a Belluno le pratiche siano più veloci che in altre città, ma gli è stato dato appuntamento a giugno. I numeri? Le nostre disponibilità sono sature e ogni mese garantiamo ospitalità ad almeno una persona in albergo per una settimana o forse più. Ma con l’emergenza freddo, le istituzioni dovrebbero intervenire in maniera più organica. Io per esempio – dice D’Alfonso – avevo auspicato l’utilizzo delle scuole dismesse». 
Fitta la rete di aiuti anche in periferia, come in Alpago. Qui non sono segnalati casi estremi di chi vive al freddo, ma i volontari – una rete formata dalla stessa Caritas, le parrocchie, i servizi sociali comunali, l’Armadio del povero, Spazio girotondo – forniscono aiuti in modi diversi. Come il piccolo appartamento di prima accoglienza che al momento ospita una famiglia e dove dal 1991, sono transitati 25 nuclei famigliari. Poi ci sono i servizi di dispensa alimentare che aiutano una quarantina di famiglie grazie alla Colletta alimentare e al progetto europeo Agea; una platea che tempo fa era diminuita, ma che con il caro bollette è di nuovo cresciuta. Nella sede della Casa della Gioventù di Puos ci sono anche la dispensa alimentare della Caritas con volontari che fanno e poi distribuiscono pacchi, e l’Armadio del povero con quattro signore che mettono a posto vestiti. Analogo lo Spazio Girotondo con smercio di cose per bambini. E il 20 febbraio la rete, compresa l’associazione Ceno Barattin, organizza un incontro di formazione sul tema delle relazioni di aiuto con Andrea Genuin, coordinatore dei Centri di ascolto di tutta la diocesi. 
 

Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 07:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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