Danni all'agricoltura e contromisure: nel 2022 abbattuti oltre 500 cinghiali

Sabato 20 Maggio 2023 di Giovanni santin
Cinghiali al pascolo vicino alle case

BELLUNO - Tecnicamente si chiamano selecontrollori quelle figure che, dopo aver partecipato a specifici corsi ed aver superato un apposito esame, una volta iscritti all’albo provinciale, possono collaborare con i guardacaccia per il controllo e la gestione del numero di ungulati presenti nella provincia. E la Cia Agricoltori di Belluno chiede che, dopo specifici corsi, anche agli agricoltori venga data la possibilità di portare avanti le diverse operazioni di controllo sull’intero territorio. 


I DATI
Il ruolo dei selecontrollori è certificato dai numeri, per esempio, del 2022: 574 i cinghiali abbattuti nel Bellunese, quasi il doppio (1.033) nel 2021. Mentre nel primo trimestre dell’anno in corso, su 431 uscite da parte degli stessi selecontrollori, sono stati registrati 82 abbattimenti. «Questi numeri dimostrano che la fauna selvatica rappresenta davvero una criticità per il nostro territorio – sottolinea il presidente di Cia Belluno, Rio Levis – invitiamo gli enti competenti a mettere in atto specifiche contromisure per il controllo non solo degli ungulati, ma pure di altri animali selvatici, lupo, cervo, orso, corvidi». «Se fino a qualche tempo fa la fauna selvatica era responsabile di danni alle colture e di attacchi ai capi di bestiame – prosegue Levis - attualmente il problema riguarda anche la sicurezza delle persone».

Relativamente alla gestione degli stessi animali selvatici, secondo Cia Belluno il compito del monitoraggio non dev’essere quindi assegnato soltanto alle guardie provinciali: «Negli ultimi mesi l’amministrazione provinciale ha organizzato corsi abilitanti per nuovi operatori: nello specifico, sono state formate al contenimento dei corvidi oltre 250 persone, una prima tappa per affrontare la questione». 


ALLO STUDIO
Fra le ulteriori proposte avanzate da Cia Belluno, occorre “educare” quegli animali particolarmente pericolosi per l’uomo, utilizzando pallottole in gomma, recinzioni di sicurezza e trappole a esca. Serve, poi, un confronto tra Provincia, guardie provinciali, organizzazioni agricole, allevatori e le altre istituzioni locali “mediante l’avvio di appositi tavoli verdi”. Non solo. Pure agli agricoltori, previi specifici corsi, «dovrebbe essere concessa la possibilità di portare avanti le diverse operazioni di controllo. “Nell’attuale contesto – chiude le proprie osservazioni Cia Belluno - bisogna andare al di là del concetto di protezione per giungere a quello di una corretta gestione».

Ultimo aggiornamento: 17:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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