Il chirurgo Salvador rinuncia alla finale della "sua" amata bocciofila per l'importante congresso a Chicago

Venerdì 5 Maggio 2023 di Egidio Pasuch
Il capitano di bocce e medico chirugo Renato Salvador
BELLUNO - Renato Salvador, 44 anni, bellunese, è un medico chirurgo e ricercatore dell’Università di Padova. Da qualche tempo è anche professore associato di chirurgìa generale per le malattie dell’esofago. E in questo fine settimana sarà impegnato a Chicago, in un congresso internazionale importantissimo (Ddw: digestive disease week) per illustrare i risultati di una ricerca svolta dall’Università di Padova, valutata una delle migliori 24 a livello mondiale sul tema delle malattie del tratto gastrointestinale. Fin qui poco di strano o di curioso: un’eccellenza veneta in campo medico, che rende onore alla regione e alla provincia di Belluno. Quello che fa più notizia, in questo caso, però è che Salvador è anche uno sportivo. E nel prossimo fine settimana, quando sarà a Chicago, avrebbe dovuto essere impegnato in una gara forse decisiva per la promozione della sua squadra in serie A. Perché questo luminare affermato e apprezzato a livello internazionale è il capitano della Bocciofila Dolada Seribell. E nelle bocce il capitano è importante. Domani la sua squadra ospiterà la Spilimberghese al Palabocce di Cavarzano nell’andata della finale zonale Est di serie A2 (il ritorno si giocherà 7 giorni più tardi, sabato 13, a Spilimbergo): chi supera il turno approda alla finalissima nazionale del 20 maggio a Vercelli che metterà in palio la promozione in A1.

STUDIOSO E AUTOIRONICO
«Magari anche a Chicago, come faccio spesso nei congressi – sorride Salvador – proporrò una slide di sintesi del lavoro che avrò illustrato con l’immagine del gioco che amo commentata dalla frase “a bocce ferme”. Ormai anche in Europa e a livello mondiale i miei colleghi conoscono questa mia passione e quando vedono questa slide sorridono sempre divertiti...». Perché Salvador è davvero un’eccellenza veneta in campo internazionale. Aveva conseguito la laurea in medicina e chirurgia a Padova nel 2005. Poi, tra il 2007 e il 2008 ha vinto una borsa di ricerca che lo ha portato oltreoceano, alla University of Rochester (New York) dove ha perfezionato i suoi studi sull’esofago. Nel 2012 si è specializzato in chirurgia generale e già nel 2017 aveva ottenuto l’abilitazione nazionale a professore di seconda fascia (adesso è associato) e nel 2019 quella di professore di prima fascia. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, il primo risale al 2010 ed è il premio “Scientific abstract Award” al congresso dell’International society for the diseases of the Esophagus a Kagoshima, in Giappone) ed è intervenuto in oltre un centinaio di congressi nazionali e internazionali. Naturalmente è anche autore di quasi 100 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali.

CONTRO LA PANDEMIA
Durante il Covid è stato un riferimento per la ricerca in questo ambito andando anche a Vo’ quando era zona rossa per eseguire i tamponi alla popolazione in quarantena per valutare il comportamento del virus. «L’appuntamento di Chicago – spiega adesso - era troppo importante per non rinunciare a una gara alla quale comunque tenevo moltissimo. La ricerca che abbiamo svolto è molto rilevante e interessante e non posso certo mancare a questo appuntamento professionale. Verte sulle cause di recidiva di sintomi dopo chirurgia esofagea». Salvador è uomo che coltiva grandi interessi e passioni, lo si intuisce dalle parole con cui descrive i suoi impegni. Che siano sportivi e amatoriali, o altamente professionali. «In concomitanza è stato anche organizzato un importante meeting internazionale sulle malattie rare del tratto gastrointestinale e come gruppo leader mondiale sul trattamento dell’acalasia esofagea - prosegue il chirurgo pontalpino - siamo stati invitati a partecipare».

LA CARRIERA SPORTIVA
Ma cosa rappresentano le bocce, per Salvador? Tantissimo, evidentemente, dal momento da giocatore si è laureato vice campione d’Italia a squadre di categoria B (allora vestiva la maglia della bocciofila Birra Pedavena) nel 2005 e ha ottenuto, portando i colori della sua attuale squadra, il Dolada, la medaglia di bronzo ai Tricolori 2011 di tiro di precisione e nel 2018, nelle quadrette, fino all’argento a squadre di serie A2 nel 2020. Come allenatore, poi, ha cresciuto alcuni dei più interessanti profili del movimento boccistico bellunese, basti pensare ai tre fratelli Andrea, Mauro e Fabio Carlin. Da circa due anni riveste anche l’incarico di vicepresidente regionale della Federbocce. Nel periodo del Covid aveva dato un contributo sostanziale alla definizione dei protocolli per lo svolgimento dell’attività boccistica. E anche oggi che è sempre più considerato e riconosciuto come medico e ricercatore in ambito internazionale, non sa rinunciare alla sua passione. «Le bocce – spiega – sono la valvola di sfogo dopo le mie giornate di lavoro. Non vedo l’ora che arrivi il giovedì sera per correre a Belluno per allenarmi coi miei compagni, rincasando a Padova, dove vivo, a notte inoltrata. La squadra di bocce è la mia seconda famiglia e non saprei rinunciare ai miei compagni. Ai giocatori di cui sono capitano. D’altra canto sono anche fortunato ad avere dei colleghi che conoscendo la mia grande passione si prestano a scambiarsi di turno per sostituirmi quando è il caso. La mia passione non passa certo ignorata: nel mio studio ho le foto di tutti i trofei e di tutti i momenti più belli vissuti nel mondo delle bocce». E tra i compagni di gioco, che effetto fa avere un chirurgo in squadra o da avversario? «Mi sono fatto ormai una certa nomea – spiega Salvador, sorridendo anche in questo caso – per cui quando c’è da fare una misurazione particolarmente delicata mi dicono: fallo tu, Salvador, che hai la mano ferma del chirurgo».
Ultimo aggiornamento: 17:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci