Calendario venatorio e caccia al cervo: il Tar fa retromarcia sulla sospensione

Sabato 5 Settembre 2020 di Andrea Zambenedetti
Il Tar fa retromarcia sulla sentenza che sospendeva la caccia ai cuccioli di cervo
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BELLUNO - Retromarcia sul cervo. La caccia, in provincia, è di nuovo consentita. A determinare il testacoda sono due decisioni contrapposte della giustizia amministrativa del Veneto. A presentare il ricorso era stata l’Associazione difesa animali e ambiente (Aidaa), che puntava il dito contro il piano di Palazzo Piloni. Lo scorso 28 agosto la prima sezione del Tar aveva, così, emesso una sospensiva del provvedimento della provincia di Belluno (su delega della Regione Veneto) di aprire la caccia al cervo prima dell’avvio della stagione, vale a dire nel periodo compreso tra il 16 agosto al 14 settembre. Ora il giudice amministrativo, la firma sul provvedimento di revoca (solitamente conseguente a vizi di merito) è della presidente Maddalena Filippi, ha deciso di revocare quel provvedimento, consentendo di fatto il via libera alle doppiette.
«NO AI TRIONFALISMI»
L’assessore provinciale alla fauna, il sindaco di San Vito di Cadore Franco De Bon, che in passato era stato bersaglio delle minacce dagli animalisti, ha commentato la notizia misurando le parole: «Eravamo consapevoli di aver fatto un provvedimento in piena legittimità e lo abbiamo difeso. Ora questa decisione ci dà ragione. Mi piacerebbe questo provvedimento venisse visto come una svolta. La caccia, in questo territorio non è esercizio venatorio o divertimento per i cacciatori ma è un riequilibrio di una situazione faunistica che attualmente in equilibrio non è». «Per questa ragione - prosegue - non c’è alcun trionfalismo. Questi animali, quando sono in eccesso, provocano danni all’ambiente. Ci sono degli studi a dimostrarlo».
A PALAZZO BALBI
In Regione a commentare il testacoda della giustizia amministrativa è l’assessore Giuseppe Pan: «Viene riconosciuta la piena adesione della Provincia di Belluno alle linee guida dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, massimo organo scientifico nazionale per la tutela e la protezione dell’ambiente» ha spiegato. Il Tar Veneto nel nuovo provvedimento ha quindi evidenziato come l’Ispra consideri «ordinariamente consentita» la caccia ai maschi di cervo e definisca «accettabile» la caccia alle femmine e ai piccoli nel periodo di preapertura della stagione venatoria, «tenuto conto della consistenza delle popolazioni di ungulati e dei piani di abbattimento del cervo in provincia di Belluno».
GLI ANIMALISTI
Ai promotori del ricorso non è rimasto altro da fare che allargare le braccia: «Prendiamo atto della decisione del Tribunale amministrativo regionale del Veneto che ha riaperto seppur per alcuni giorni la caccia al cervo, ma ribadiamo la nostra ferrea volontà di portare avanti questa battaglia a favore degli animali anche dopo questo parziale stop». Così si è espressa in una nota l’associazione Aidaa che spiega però di non essere pronta ad abbandonare la battaglia. «La decisione di accettare la richiesta di sospensiva dei giorni scorsi - prosegue la nota - era stata motivata dal Tar, richiamando il parere del Consiglio di Stato che ritiene la conservazione della specie motivo predominante sul diritto di caccia. La battaglia non finisce qui anche perché le motivazioni del Consiglio di Stato sono un fondamento inattaccabile, e per questo attendiamo con serenità e fiducia la camera di consiglio del prossimo 23 settembre, in cui si discuterà nella sua interezza il suo ricorso, e in base alle decisioni che saranno prese in quella sede - conclude Aidaa - valuteremo se portare le nostre motivazioni anche oltre il Tar». Nel frattempo sarà però aperta la stagione regolamentare della caccia al cervo.
 
Ultimo aggiornamento: 13:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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