La centrale di Santo Stefano. «Qui ci scaldiamo con le biomasse: risparmiamo il 14%»

Venerdì 6 Gennaio 2023 di Yvonne Toscani
Biomasse

SANTO STEFANO - La centrale a biomasse di Santo Stefano resta il sistema eco friendly più affidabile. Nel confronto con gasolio, pellet, metano si conferma come importante strada da potenziare.

Il distacco tra le varie fonti energetiche interessa l’aspetto economico, ambientale, funzionale e della salute. Con la centrale a biomasse, in questo momento, si risparmia il 14% sul gasolio e il 4,5% sul pellet.

LE CIFRE
L’ultimo aggiornamento tariffario, predisposto da Bim Infrastrutture ad ottobre del 2022, per la classe di consumo inferiore (e costo superiore), parla di 0,148 euro al chilowatt ora, pari ad un aumento, rispetto allo stesso mese del 2013, di 16,54 punti percentuali (era di 0,127). Il gasolio, mediamente, in queste settimane, viene dato a 0,172 e il pellet 0,155 euro. Emerge, quindi, chiaramente come il teleriscaldamento a biomassa abbia contenuto l’aumento, persino a lungo termine (9 anni), e sia ancora la fonte da privilegiare sotto il profilo del risparmio. 

«SI PUÒ FARE MEGLIO»
«L’obiettivo è raggiungere i valori della vicina Pusteria – spiega Paolo Tonon, già vicesindaco del Comune di Santo Stefano e attento osservatore del mercato energetico –. A Sesto un chilowatt ora della centrale a biomassa equivale e 0,113 euro, a San Candido 0,095, la miglior tariffa di tutto l’Alto Adige, e a Bressanone 0,153». Quote raggiungibili, secondo l’ex amministratore, utilizzando al meglio l’impianto di Medola, con condizioni ideali, attraverso una diversa combustione e la cogenerazione di energia elettrica. «Questo – continua Paolo Tonon – renderebbe i prezzi ancor più convenienti, permetterebbe di estendere la rete delle utenze e di tenere aperto efficacemente il braciere, ora sprecato di notte e d’estate. Il teleriscaldamento resta la modalità ottimale da tutti i punti di vista». 

LE UTENZE
Commento condiviso dalle circa settanta utenze private di Santo Stefano, che ne fanno uso assieme a tutti gli immobili pubblici: caserma dei carabinieri, edificio del bar e cinema Piave, con la sola esclusione della sala cinematografica, municipio, chiesa, canonica, scuole elementari e medie (le due superiori vengono riscaldate a gasolio, in virtù dei contratti che la Provincia ha con i fornitori), ex medie, biblioteca, Casa di soggiorno, Unione montana. «Non va sottovalutato – aggiunge Valentina De Zolt, da sempre convinta sostenitrice della centrale a biomasse – l’azzeramento dei costi di manutenzione, stoccaggio, pulizia e sostituzione di parti». 

BOOM DI RICHIESTE
E in municipio giacciono decine di richieste di nuovi allacciamenti: impossibili da attuare, senza un potenziamento dell’impianto e della rete. Così alcuni cittadini si sono arrangiati, o stanno pensando di farlo, prevedendo un piccolo impianto proprio. «Certamente il luogo della centrale è frutto di una scelta sbagliata – prosegue Paolo Tonon – ma i vantaggi sono fuori discussione: anche sotto il profilo dell’aria pulita». 

LA SICUREZZA
La sempre più efficace ed efficiente tecnologia ha permesso di realizzare un ottimo sistema di filtraggio dei fumi. Il sistema centralizzato consente di ridurre lo spreco di energia, gli scarti e la quantità di emissioni derivanti da impianti termici diffusi. Le emissioni sono controllate due volte all’anno, con risultati ampliamente all’interno dei limiti previsti dalla normativa nazionale. «Tutte le analisi del filtraggio dell’impianto di Medola danno dati eccezionali – conclude Tonon –. È quanto mai necessario completare l’anello servito dalla rete e ridurre i camini del paese, per abbassare il tasso di benzo(a)pirene, fra i più alti della provincia per la grande quantità di combustione di legna, peraltro caratteristica delle zone di montagna, e la conformazione orografica della valle che, associata alle temperature invernali talvolta rigide, determina l’instaurarsi di condizioni di inversione termica spinta, caratterizzata da assenza di rimescolamento dell’aria negli strati più bassi dell’atmosfera. Con il Pnrr il potenziamento era possibile: abbiamo perso un’opportunità». Del resto non è un caso che le biomasse siano, dopo l’eolico e il solare fotovoltaico, la fonte rinnovabile con il maggior sviluppo negli ultimi dieci anni. E l’esempio più gettonato arriva dai Paesi dell’Europa centro-settentrionale, dove sono stati installati imponenti impianti di cogenerazione e teleriscaldamento.
 

Ultimo aggiornamento: 7 Gennaio, 10:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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