La montagna dimenticata, l'appello di De Carlo ai sindaci: «Diventiamo indipendenti con gli impianti a biomassa»

Giovedì 5 Gennaio 2023 di Lauredana Marsiglia
Una catasta di legna

BELLUNO - C'era un volta lo sconto sul combustibile da riscaldamento, ovvero gasolio, gpl e metano, per le aree di montagna rientranti nella fascia climatica più fredda, ovvero la F.

Si trattava di 250 lire al litro (0,12911 centesimi) di cui 200 strutturali (0,103288), grazie alla legge 448 del 1998, e di 50 lire rinnovate di anno in anno. Quest'ultimo contributo dal 2006 è caduto nel dimenticatoio, travolto da mille altre emergenze di Governo e l'assenza di sensibilità politica per le differenze climatiche tra nord e sud. Si sono rivelate del tutto inutili anche le urla di qualche singolo parlamentare per tentare di far rinnovare la misura.

AIUTI DALLA FINANZIARIA
Se all'epoca il costo del riscaldamento era un'emergenza figuriamoci oggi. Ma a fronte di bollette rovinafamiglie la politica del Governo ha cambiato strada: basta contributi una tantum, meglio passare a misure strutturali che cerchino di sganciare il più possibile le comunità, come quelle montane ricche di legname, dall'energia tradizionale.
«Il Governo in tema di aiuti contro il caro energia - afferma il senatore Luca De Carlo (Fdi) - sta facendo molto, basterà pensare che per andare incontro a famiglie, enti locali e imprese ha messo sul piatto 20 dei 35 miliardi che compongono la manovra di bilancio. Inoltre abbiamo abbassato l'Iva sul pellet da 22 al 10 per cento e messo un tetto al prezzo del gas. Più di così, per ora, non si poteva fare. È vero che in montagna si spende di più per scaldarsi, ma è anche vero che al sud accade il contrario, ovvero si spende molto per i condizionatori. Noi siamo fermamente convinti - prosegue De Carlo, che è anche presidente della Commissione Industria, Commercio, Turismo Agricoltura e Produzione agroalimentare - che la montagna possa diventare un modello in tema di risparmio energetico sfruttando le immense risorse boschive attraverso la creazione di centrali a biomassa».

L'ESEMPIO DI SANTO STEFANO
Un'idea che funziona giù benissimo in alcune realtà, come a Santo Stefano di Cadore, dove il teleriscaldamento serve non solo le strutture pubbliche ma anche private garantendo costi assolutamente accessibili.
«In questa direzione - spiega ancora il senatore - la montagna può davvero diventare un modello. E in questa direzione ci stiamo muovendo coinvolgendo anche i sindaci».
Un modo per aiutare da vicino le famiglie con il caro energia, aggiunge poi De Carlo parlando nella sua veste di sindaco di Calalzo di Cadore, è quello di stanziare fondi appositi. «A Calalzo - dice abbiamo messo 30 mila euro per questa voce. Se tutti i Comuni d'Italia facesso altrettanto significherebbe un miliardo di euro».
Insomma, basta inseguire sconti sempre più irrealistici per carenza di risorse, meglio cambiare strategia. Meno gas, gasolio e gpl e più biomassa, ovvero scarti di legname da utilizzare per le centrali che verranno. Inoltre, spingere i Comuni ad aiutare da vicino chi è in difficoltà.

LA LEGGE GELMINI
Un tentativo di far passare un differenziale altimetrico nella legge sulla montagna, presentata a suo tempo da Maria Stella Gelmini, era stato fatto anche dall'ex deputato Pd, Roger De Menech. Ma quella legge è ancora ferma.
«Credo che mai come oggi - afferma De Menech - sia necessario rilanciare quel differenziale per la montagna che noi avevamo tentato di far inserire nella legge Gelmini. Va detto, tuttavia, che quella legge, ancora ferma, sarebbe stata finanziata con soli 200milioni di euro. Credo comunque che in questo momento l'alleggerimento delle bollette sia una vera emergenza. Vanno rilanciati i differenziali, perché i dati statistici parlano chiaro: vivere sopra i mille metri costa molto di più».

    
 

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