«Comelico in ginocchio: prima con il covid e ora con la chiusura della galleria»

Mercoledì 29 Dicembre 2021 di Yvonne Toscani
La galleria Comelico
3

SANTO STEFANO DI CADORE -  L’incertezza sulla viabilità da e per il Comelico preoccupa. In molti, in questi anni, hanno investito sul turismo, cercando di dare un’immagine diversa del comprensorio, tanto che basta leggere le recensioni sui siti specializzati e non. Tanti passi in avanti, tra altrettanti sacrifici e salite, anche a livello economico, con prezzi che, stando la mancanza di servizi, devono necessariamente essere inferiori rispetto ad altre zone. Ed ora la chiusura, seppur a fasce orarie alterne di giorno e totale nelle ore notturne, viene percepita come un ulteriore disservizio. Ne è convinta Sabrina Cesco Cimavilla, che cura il complesso di appartamenti di Casa Sabry, nel territorio comunale di San Nicolò. “Tante riunioni, anche con la popolazione, all’insegna del dover sentire i cittadini, e poi, alla fine, hanno già deciso – comincia Sabrina Cesco Cimavilla –. Capisco la responsabilità di chi debba firmare, per far passare la gente, perché se ci scappasse il morto succederebbe un patatrac, però mi chiedo se veramente non esistano alternative”. Alcuni turisti stanno già telefonando, chiedendo informazioni sulla viabilità della prossima estate. E mettono le mani avanti, non nascondendo di pensare, di fronte all’incertezza, ad un soggiorno altrove, a Misurina, Cortina, Auronzo. Il Comelico, soprattutto nei paesi del fondovalle, rischia di essere bypassato. “E da noi, da questa parte della galleria? Ciao – continua la titolare di Casa Sabry –. Non ha senso tutto questo: prima il covid19, ora la galleria. Già siamo veramente messi male e adesso ci mettiamo pure il traforo. Questa situazione mi fa veramente paura: la gente dovrà farsi la fila o programmare il viaggio a fasce orarie, con il rischio di ritrovarsi davanti all’imbocco e restare ferma per ore, prima di poter passare all’interno del tunnel”. La cittadina ha, però, una certezza: così non si può fare turismo. “Altro che turismo qua da noi – aggiunge –. E proprio adesso, con le Olimpiadi, quando si sperava di poter lavorare anche noi, grazie ai prezzi ridotti rispetto alla Conca e ad Auronzo, perché non possiamo chiedere quanto altrove, dato che non abbiamo lo sci a portata di mano. Siamo già tagliati fuori così, non oso pensare che cosa possa accadere dalla prossima primavera, con i lavori all’interno della galleria. La gente viene da noi, sa che deve farsi quindici, venti minuti di macchina d’inverno per andare con gli sci, a Sappada o San Candido.

Chiedere ulteriori disagi è troppo”. Un’incertezza che rischia di travolgere anche i sogni dei giovani che, come il figlio di Sabrina Cesco Cimavilla, stanno investendo sul turismo. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci