Union Feltre, "la rinascita dovrà partire dal settore giovanile"

Domenica 25 Aprile 2021 di Eleonora Scarton
Da sinistra Fabrizio Melanco, Massimo Agnello, Matteo Roncalli e Mauro Cappellaro

La rinascita dell’Union Feltre passa per il vivaio. La società verdegranata vuole puntare sui giovani per farli crescere, come persone e come giocatori, e creare quello zoccolo duro necessario per formare una prima squadra forte e sempre più feltrina. Ragazzi preparati e soprattutto che vestano la maglia verdegranata come una seconda pelle; e questi valori dovranno essere trasmessi dagli allenatori che quindi dovranno essere feltrini. Tutti concetti e idee emersi sabato pomeriggio, al campo sportivo del Boscherai, durante la presentazione del progetto dell’Union Feltre per il settore giovanile. Un progetto che vuole avere un respiro a medio e lungo termine.
LA LINEA VERDE
A spiegare il progetto è Matteo Roncalli, che farà da collante tra la società e il settore giovanile. «Come società – spiega Roncalli - crediamo nel settore giovanile e vogliamo posare delle basi sempre più forti che ci portino ad avere sempre più ragazzi del nostro vivaio in prima squadra; non è un caso che ad aprile abbiamo già programmato il prossimo anno e abbiamo già individuato tutti gli allenatori».
LA CRISI
Il periodo, per l’Union Feltre nel suo complesso, non è dei migliori. La condizione della prima squadra è nota, una crisi alla quale tre diversi allenatori (Andreolla, Favaretto e ora Zanuttig) finora non hanno saputo trovare soluzione. I verdegranata si trovano in penultima posizione e il rischio di retrocessione dalla serie D all’Eccellenza è concreto. Significherebbe ripiombare a livello regionale, una “deminutio” non di poco conto. Come società però «siamo fortemente convinti che potremmo salvarci, nonostante gli errori che evidentemente sono stati fatti in questa stagione – ammette Roncalli - ma se non ci salveremo andremo avanti nel potenziare il settore giovanile dal punto di vista qualitativo e numerico. Un altro obiettivo che ci siamo dati è infatti quello che entro un paio d’anni, il 60/80 per cento dei giocatori che arrivano dal nostro settore giovanile possa giocare in serie D (o nella categoria in cui saremo) e almeno il 10 per cento possa fare il salto nel professionismo, com’è stato per i fratelli Cossalter (Alex e Thomas, il primo tornato “a casa” e tuttora in forza alla squadra di serie D, il secondo impegnato con il Bologna nel campionato Primavera, ndr). Abbiamo avuto dei contatti con alcune squadre professionistiche che hanno capito la bontà del nostro progetto e sarebbero disponibili a stringere una collaborazione». Il settore giovanile conta attualmente 30 mister (di cui 23 patentati Uefa C o B) e 200 tesserati: l’obiettivo societario è di raddoppiare il numero degli iscritti entro un paio d’anni.
LA SPECIALIZZAZIONE
«Il progetto si baserà fortemente su allenatori e risorse altamente specializzate che provengono dalla provincia di Belluno – aggiunge Massimo Agnello -, perché vogliamo che trasmettano ai ragazzi il senso di appartenenza alla maglia che dev’essere come una seconda pelle». La società ha quindi individuato Mauro Cappellaro come responsabile tecnico e Fabrizio Melanco come responsabile dell’attività di base. «Quello che vogliamo fare – spiega Cappellaro – è essere tra le 4/5 società venete più importanti a livello dilettantistico. Vogliamo avere allenatori locali, tant’è che stiamo crescendo alcuni giovani che potrebbero in futuro diventare dei bravi tecnici, pronti a condividere un progetto a medio/lungo termine».
UNA SEDUTA IN PIÙ
Cappellaro ha sottolineato anche l’opportunità, dalla prossima stagione, di programmare, oltre ai 3 consueti, un quarto allenamento settimanale riservato non a un gruppo definito per l’età, ma per il ruolo, e la volontà di trasformare il Boscherai nel cuore pulsante del settore giovanile.
L’UNICITÀ
Tocca a Fabrizio Melanco spiegare le “unicità” del progetto che verranno portate avanti attraverso uno staff qualificato, che lavori sul presente ma che sappia anche anticipare il futuro. «Vogliamo avere il doppio allenatore più un preparatore motorio e un maestro di tecnica per tutte le squadre fino agli Esordienti, fare allenamenti per 12 mesi all’anno, organizzare 4 tornei di alto livello». Un focus sarà rivolto al ruolo del portiere, con l’organizzazione di un allenamento settimanale che verrà fatto dagli esperti dell’Union e aperto alle società del territorio che ne avranno la necessità.
LE DONNE
La volontà della società è di aprirsi anche alle ragazze.

Chiaramente non è facile, soprattutto perché manca una prima squadra che faccia da traino. In passato era stata valutata l’opportunità di acquisire il Keralpen, attualmente l’unica realtà per le donne (milita nel campionato di Eccellenza, iniziato otto giorni fa con una sconfitta): qualche anno fa sembrava che anche le società di serie D dovessero obbligatoriamente dotarsi di un settore femminile e lo stesso Belluno stava per fare entrare nella propria orbita il Keralpen. Ma non se n’è fatto nulla e ora a Feltre si studia se intanto allestire una squadra femminile ma di calcio a 5.

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