Usò i soldi della figlia cieca: padre-amministratore di sostegno rischia 6 anni di galera

Giovedì 9 Febbraio 2023 di Olivia Bonetti
Il padre usa i soldi della figlia non vedente: ora rischia la galera
BELLUNO - «Condannatelo a 6 anni». Una doccia fredda quella richiesta di pena pronunciata ieri dal pm in Tribunale a Belluno per l’imprenditore G.M. (avvocato Giorgio Gasperin), 70enne di Belluno, che si ritrova a processo con accuse pesantissime che vanno da peculato, rifiuto e omissione di atti d’ufficio, abuso d’ufficio a impiego di denaro di provenienza illecita. Si parla di quasi 70mila euro di soldi che avrebbe dovuto gestire per la figlia cieca, di cui era amministratore di sostegno. La difesa, nel processo che ieri è arrivato alle conclusioni, ha contestato ogni punto dei 5 capi di accusa chiedendo l’assoluzione piena per il suo assistito: alla base di quella gestione del denaro infatti solo dei prestiti poi restituiti.

LE ACCUSE
Il 70enne è stato amministratore di sostegno della figlia cieca dal 14 ottobre 2015 al 10 giugno 2020 e, all’epoca dei fatti, gestiva il denaro di due conti correnti: uno aperto alla banca dei Monti di Paschi di Siena, intestato alla figlia e alla compagna dell’imputato; e un altro alla Cortinabanca Credito Cooperativo, filiale di Belluno, intestato solo alla figlia. Secondo l’accusa, l’uomo si sarebbe appropriato di circa 66mila euro, prelevandoli dai conti della donna e investendoli nella propria attività commerciale. Soldi che per il pm non potevano essere riconducibili alla gestione e all’assistenza della figlia, la quale disponeva di uno stipendio e di un’indennità di accompagnamento. Pur non avendo spese particolari, tranne una quota parte del canone di locazione della casa, la donna si trovava spesso senza contanti necessari per pausa caffè, gite al mare, e vestita con abbigliamento da pochi soldi. A luglio 2020 inoltre, secondo quanto raccolto dalla Procura, entrambi i conti correnti della figlia erano in rosso. Inoltre non avrebbe depositato la relazione scritta con il rendiconto delle somme di denaro utilizzate ogni anno per 5 volte (nel 2015, 2016, 2017, 2018, 2019) nonostante i solleciti da parte del giudice tutelare. La scusa era sempre la stessa: «Non ho tempo». Da qui la decisione di sostituirlo nel 2020 con un altro amministratore di sostegno, Elisabetta Bastianon, che trovando prelievi ingiustificati nei conti della figlia decise di denunciarlo alle forze dell’ordine ed è costituita parte civile, difesa dall’avvocato Chiara Altin foro di Treviso.

LA DIFESA
Dopo la richiesta a 6 anni di reclusione pronunciata dal pm l’arringa della difesa, con le parole dell’avvocato Giorgio Gasperin, ha ripercorso i fatti gettando una luce diversa. È partito dal capo 5 con la «richiesta di assoluzione perché il fatto non sussiste o la riqualificazione del reato». L’avvocato ha sottolineato che da «come è scritto il capo di imputazione si desume che si volesse contestare l’autoriciclaggio. E il fatto non sussiste perché tutto c’è tranne l’occultamento del denaro: c’è una tracciabilità. La stessa accusa ci dice dove e come i soldi sono finiti». E a quel punto cadrebbero tutte le altre accuse. «La non sussistenza oggettiva di questo reato - ha proseguito l’avvocato - ha delle conseguenze dal punto di vista soggettivo anche per le altre imputazioni contestate». Sul peculato ha ricordato che era stato depositato un provvedimento del giudice tutelare che a fronte dell’iniziale autorizzazione di prelevare 800 euro c’era stata poi l’autorizzazione a 1500 euro. «Avrebbero dovuto contestare tutti i prelievi superiori a 1500 euro. Mi sono fatto i conti - ha detto Gasperin-: quello che sarebbe stato prelevato sono 17mila 612 euro». E si è chiesto: «Ma il padre si è davvero appropriato di questi soldi? Quale è la prova dell’accusa? Già è lacunosa l’indagine per l’ammontare. In che altro modo mi dimostrano che c’era l’elemento soggettivo?». Non c’è nulla secondo la difesa che ricorda come sia emerso nel processo il fatto che «sia credibile la linea ci fosse un accordo a monte e i denari siano stati restituiti alla figlia». A quel punto ha chiesto l’assoluzione anche per tutte le altre accuse. La sentenza si conoscerà il primo marzo.
Ultimo aggiornamento: 17:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci