Da Belluno al Burkina Faso, un'ambulanza diventerà unità mobile ginecologica

Lo screening è possibile, tuttora, solo per quelle donne che vivono in città

Lunedì 26 Dicembre 2022 di Daniela De Donà
L'ambulanza che andrà in Africa

BELLUNO - Burkina Faso chiama: serve aiuto alle donne. E Belluno risponde. Lo fa con la tradizionale generosità. Nel poverissimo Paese dell'Africa occidentale serviva un'ambulanza da trasformare in unità mobile ginecologica. A farsi carico è stata Val Belluna Emergenza, l'organizzazione di volontariato che opera nell'ambito dei servizi di assistenza e trasporto di bisognosi di cure.

Il mezzo denominato India 8, che era stato dismesso per anzianità, ha preso la via della capitale Ouagadougou dove si trova l'Hospital Saint Camille. «Siamo molto affezionati a questa ambulanza perché era dedicata a Giorgio Capovilla, il nostro fondatore ed ex presidente deceduto prematuramente - raccontare è la presidente, Giacinta Tres - l'avevamo sostituita la settimana scorsa, ieri è salita su un container a Grosseto, direzione Africa».

Le ambulanze

E ieri, venerdì 23, Giacinta Tres è andata a Reggio Emilia a prendere la nuova ambulanza, India 14. «Un acquisto nuovo di zecca, arrivato grazie al sostanzioso contributo dell'ente Provincia», precisa, con soddisfazione, la presidente. Si tratta di un mezzo Fiat Ducato, 2300 di cilindrata, omologato per cinque operatori, più un barellato. Dotata di tutti i presidi di legge, tra cui elettromedicali di ultima generazione. È compresa, pure, di sedia motorizzata adatta al trasporto in sicurezza nei vani scala. Intanto il mezzo mobile India 8, che ha preso la direzione del Burkina Faso (già Alto Volta), non avrà bisogno di modifiche per diventare ambasciatore del progetto Save the women: girerà tra i villaggi, utilizzato per uno screening sistematico, secondo le raccomandazioni dell'Oms. Val Belluna Emergenza, infatti, lo ha già dotato del necessario lettino ginecologico. Così racconta Tres: «Ci hanno detto che India 8 servirà, nei piccoli centri dove non è presente una struttura sanitaria, per prelevare campioni per l'individuazione di tumori della cervice uterina».

L'appello

La richiesta di donazione era arrivata mesi fa. Una lettera dall'ospedale, firmata da padre Marius Belemgnegre, descriveva il problema relativo alla salute pubblica: «Nel Burkina Faso la popolazione è composta principalmente da donne, sono la parte più vulnerabile della società sono parole dello scritto che fornisce la cornice del problema - il cancro cervicale, in base ai dati Globlocan 2020, colpisce il 14,6 di loro ed è responsabile del 9,6% dei decessi delle donne». Lo screening è possibile, tuttora, solo per quelle donne che vivono in città. Ma è tagliato fuori il grosso della popolazione femminile, spesso distante. Ecco che l'ospedale Saint Camille di Ouagadougou dispone di un'unità di prevenzione e cura del cancro, e mira, con la diagnosi precoce, ad aiutare chi vive in situazioni di svantaggio. «Vorremmo raggiungere con lo screening 4.000 donne, ma anche sensibilizzare formando delle opinion leader donne, staffette di comunicazione nella prevenzione», afferma padre Marius. Vale ricordare che i tumori della mammella della cervice, in particolare, non solo sono i più frequenti ma anche, e soprattutto, i più letali: «Tant'è che si stima che nel mondo, ogni anno, compaiano circa due milioni di nuovi casi». 
Intanto Val Belluna Emergenza, guidata da Tres dal 1998, ha fatto la sua parte. Ora chiama a raccolta chi volesse aggiungersi al gruppo. Una novantina i volontari, anche se non tutti operativi: «Nel 2023 partirà un nuovo corso di formazione», è l'avviso agli interessati. 

Ultimo aggiornamento: 16:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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