«Acc: bene il prestito, ma se non alzano la cifra siamo pronti alla mobilitazione»

Giovedì 30 Settembre 2021 di Eleonora Scarton
Gli operai Acc

BORGO VALBELLUNA - «Abbiamo ottenuto un impegno politico sull’arrivo di soldi ad Acc, ma ciò a noi interessa è l’entità del prestito. Devono arrivare risorse necessarie non solo a liquidare i lavoratori, che sono i primi creditori in questa vicenda, ma anche per avere una base solida da cui partire per una trattativa con i possibili acquirenti. I 2,5 milioni ipotizzati dal Ministero non sono sufficienti». 
Questa la posizione dei sindacati di Cgil, Cisl e Uil a seguito del tavolo ministeriale che si è tenuto martedì mattina in videoconferenza con il viceministro Alessandra Todde. Il Mise, entro oggi, dovrà comunicare l’entità del finanziamento; se questo non sarà, secondo i sindacati, congruo, si ipotizzano nuove mobilitazioni. «Arriveremo anche a bloccare Cortina, se serve» aggiunge Bona. Cortina resta un palco per la visibilità, ma è anche il luogo dove si spenderanno 85 milioni per la pista di bob. Ad Acc ne bastavano 12,5. «Abbiamo avuto un tavolo lungo e complicato – spiega Stefano Bona, Fiom -. Alla fine abbiamo avuto l’impegno politico formale del viceministro Todde affinchè Acc di finanziare Acc. Abbiamo la ragionevole certezza che lo si farà attraverso l’applicazione dell’art. 37 del Decreto sostegni. Un risultato che abbiamo ottenuto grazie alla caparbietà di lavoratori che non si sono mai abbattuti ed hanno lottato per difendere il loro posto di lavoro». 
Chiaramente la strada non è in discesa. «Abbiamo sempre detto che l’articolo 37 è un provvedimento incardinato con le regole europee e le regole europee sono incompatibili con la situazione di Acc – prosegue Bona -. Però il viceministro si è impegnato a trovare una soluzione applicativa». 
Il problema è l’entità delle risorse che verranno erogate entro dicembre. Il Ministero ha parlato di 2,5 milioni, cifra del tutto insufficiente. Ma perché queste risorse così limitate? «Perché l’erogazione è legata alle garanzie che lo stabilimento può dare e, probabilmente, Acc non può garantire più di questo» sottolinea Michele Ferraro (Uilm). 
Tre i temi emersi dal tavolo. «Il primo – spiega Mauro Zuglian (Fim) -, è che l’articolo 37 è accessibile. Il secondo che comunque vada la decisione del Governo è di cedere al privato, o tramite asta o altre procedure. Il terzo, è il mantenimento del polo industriale e quindi dei livelli occupazionali. La chiave – prosegue Zuglian – è però l’entità del finanziamento perché in base a quello capiremo quanto sarà facile la trattativa con gli acquirenti. Se partiamo da una base economica bassa, come i 2,5 milioni che serviranno solo per mantenere in vita in qualche modo l’azienda, non abbiamo la forza di fare una buona trattativa e raggiungere l’obiettivo della tutela occupazionale».
Una data cruciale sarà quella del 5 di ottobre quando dovranno essere presentate le offerte vincolanti da parte dei due gruppi che ad oggi hanno manifestato il proprio interesse per il sito. Tra questi c’è anche il nipponico Nidec. Ad oggi, comunque, nessuna offerta è ancora arrivata. A far data dal 5, si aprirà una fase importante e complicata. Se ci sarà l’offerta bisognerà capire quali saranno le condizioni. «In termini di tempistiche la partita dovrebbe chiudersi entro cinque mesi» sottolinea Ferraro. Se invece non ci sarà un’offerta toccherà al commissario straordinario andare alla caccia di un acquirente e i tempi potrebbero allungarsi.
 

Ultimo aggiornamento: 11:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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