Oggi - al massimo domani - il sindaco Luigi de Magistris farà quello che si presume l'ultimo rimpasto di giunta della sua era a Palazzo San Giacomo. Escono il vicesindaco Enrico Panini (al suo posto favoritissimo l'assessore all'Urbanistica Carmine Piscopo che è anche segretario di demA, in corsa come vice anche l'assessora ai Giovani Alessandra Clemente e il presidente del Consiglio comunale Alessandro Fucito) e probabilmente Monica Buonanno assessora al Welfare. Che dovrebbero fare posto a Marco Gaudini di Davvero, un ex dei Verdi, e a Giovanni Pagano sindacalista vicino alla consigliera Laura Bismuto.
De Magistris - senza il timore del Covid - i cambi li avrebbe già fatti. Ecco perché non è da escludere che oggi più che domani comunichi il rimpasto. Il sindaco pare che voglia incontrare i giornalisti al più presto. Sarebbe il dodicesimo rimpasto in 10 anni. «Panini verrà valorizzato in Città metropolitana» rimbomba nei corridoi semivuoti di Palazzo San Giacomo. Chissà se è un'amara ironia verso il vicesindaco con delega al Bilancio che sotto la sua gestione ha portato il debito da 800 milioni a 2,6 miliardi, oppure un sincero apprezzamento. Panini doveva lanciare demA a livello nazionale viste le sue - presunte - entrature nei Palazzi romani. Invece demA non ha partecipato a nessuna competizione elettorale negli ultimi anni precipitando in isolamento ben prima del Covid. Ma Panini alla ex Provincia non è certo di trovare una poltrona che sarebbe quella di Pietro Rinaldi che fa il capo di gabinetto. Per una serie di motivi non trascurabili. Bisogna verificare se è compatibile rispetto alla legge Severino, giusto per fare un esempio. E poi se Rinaldi è disposto a lasciare. La sensazione è di no anche se il sindaco glielo ha chiesto. Rinaldi ha molte ferie da smaltire e se arrivasse un ultimatum dell'ex pm si potrebbe assentare e Panini a Santa Maria la Nova ci arriverebbe a maggio. C'è però anche una soluzione soft, vale a dire dirottare Rinaldi alla Mostra d'Oltremare - territorio esclusivo della Clemente - che non ha nei suoi pensieri certamente Rinaldi. Veleni, rimasuglio di sottopotere che però ha il suo perché. La Clemente, tuttavia, se diventasse vicesindaco si ammorbidirebbe molto. Piscopo - garante politico dell'operazione Clemente candidata a sindaco - resta però in vantaggio. Fucito potrebbe tornare buono solo se Salvatore Guangi - esponente di Fi tra i salvatori di de Magistris nella tormentata notte dell'approvazione del bilancio - accettasse di fare lui il presidente dell'Assemblea cittadina. Ma Guangi non sembra per nulla attratto da questa eventualità. E con Maresca in campo nel centrodestra come candidato sindaco con molte chance di vittoria, sarebbe per lui una mossa davvero sbagliata. L'uscita della Buonanno assessora al Welfare - se si concretizzasse come è molto probabile - sancirebbe un altro strappo sia con Sinistra in Comune che con il mondo della sinistra legato a Sergio D'Angelo ex assessore di de Magistris e attuale commissario di Abc Acqua pubblica. D'Angelo è molto vicino pure ai movimenti e a Insurgencia. Dopo il licenziamento della Marmorale sarebbe la seconda mossa contro di lui. Sarà forse perché D'Angelo ha detto di no all'operazione Clemente candidata sindaco?
De Magistris scioglierà definitivamente la riserva sulla sua candidatura alla Regione Calabria in una decina di giorni. Ma di sicuro il fatto che non c'è incandidabilità pur essendo sindaco di Napoli ha accelerato il processo. Michele Conia (Rinascita per Cinquefrondi), responsabile demA mezzogiorno, e Saverio Pazzano (associazione La strada), sulla pagina fb di demA-Calabria raccontano: «Abbiamo incontrato de Magistris e gli abbiamo chiesto di candidarsi per guidare uno schieramento di rottura, fuori da logiche stantie e schemi classici, perché come noi, conosce e ama la Calabria. Gli abbiamo detto che saremo al suo fianco con le nostre energie e le nostre esperienze. De Magistris ci ha garantito in pochi giorni un nuovo incontro e poi daremo ufficialmente ai calabresi la nostra risposta e le nostre decisioni».