Elezioni comunali a Napoli, ipotesi rinvio a settembre ed è già bagarre sul reggente

Martedì 19 Gennaio 2021 di Luigi Roano
Elezioni comunali a Napoli, ipotesi rinvio a settembre ed è già bagarre sul reggente

Erano sussurri, ora qualcosa in più di una ipotesi, del resto lo stesso sindaco Luigi de Magistris la settimana scorsa sulla date delle comunali è apparso molto cauto: «Sono persuaso che si voterà a fine giugno» disse in Sala dei Baroni il giorno del rimpasto.

Nella sostanza nel 2016 al primo turno si votò il 5 giugno quindi ci sarebbe già uno slittamento di un mese per quello che riguarda l'anno in corso. Dalla previsione del sindaco però sono passati 7 giorni e le cose sono in continuo divenire. La sostanza è che lo slittamento delle amministrative a settembre non è campata in aria. Nulla di ufficiale, perché con il Viminale non ci sono stati contatti, ma i partiti impegnati per le prossime comunali ne parlano e fanno calcoli perché i tempi in politica sono tutto, valgono in alcuni casi più della scelta dei candidati. Basta ricordare che il governatore Vincenzo De Luca prima che arrivasse la tragedia del Covid era in svantaggio contro il suo avversario di centrodestra dato addirittura una decina di punti avanti. Con il Covid che imperava e lo slittamento delle regionali la situazione si è letteralmente capovolta. De Luca - giova ricordarlo - non se la passava bene nemmeno nel suo partito. Poi un po' di fortuna e tanta bravura nello gestire la pandemia lo hanno portato alla riconferma in pompa magna straccando gli avversari.

Video

Per de Magistris questa ipotesi non esiste perché è alla fine del suo secondo mandato e non è più ricandidabile. Però la pandemia c'è ancora, è vero che la Campania è in zona gialla ma è anche vero che un conto è assaggiare pizzichi di normalità altra cosa è mandare al voto un milione di napoletani in seggi che si trovano nelle scuole e sono piccoli. Inoltre c'è da gestire la questione della vaccinazione di massa che cadrebbe proprio nel periodo tra primavera ed estate. Insomma tema slittamento a settembre è cogente. A questo punto la domanda è: cosa succede se viene eletto in Calabria come presidente della Regione o consigliere regionale l'11 aprile e a Napoli si vota a settembre? De Magistris dovrebbe scegliere tra Napoli e la Calabria ed è presumibile che scelga la Calabria dove avrebbe un futuro mentre a Napoli no. A quel punto con le dimissioni tutto andrebbe nelle mani del vicesindaco Carmine Piscopo. E spiega perché de Magistris ha scelto Piscopo - suo amico di infanzia e segretario di demA - come vice silurando Enrico Panini che è passato da numero 2 della terza città d'Italia a disoccupato politico (in realtà è un pensionato) nel giro di 7 giorni. Piscopo si troverebbe ad amministrare la città per 5 mesi che non sono pochi. Più o meno quello che accadde a Riccardo Marone quando Bassolino a maggio del 2000 si candidò alle regionali lasciando l'interim appunto a Marone. A questo punto Piscopo si troverebbe a indossare la fascia tricolore - e sarebbe il terzo sindaco dell'era de Magistris prima di lui quando fu sospeso l'ex pm la indossò Tommaso Sodano - ma senza una maggioranza. Si dovrebbe appoggiare per forza anche alle opposizioni in Consiglio comunale, su tutte Pd e M5S che senza de Magistris in campo avrebbero meno difficoltà a trovare una intesa. I partiti, pur trattandosi solo di ipotesi, si stanno muovendo. Una partita dove si potrebbe sfilare dal ruolo di candidata sindaco l'assessora Alessandra Clemente che col suo monopattino potrebbe girare in lungo e largo la città libera e senza il peso della candidatura addosso. Anzi, il suo sacrificio potrebbe essere utile per riportare gli arancioni finalmente nell'alveo del centrosinistra allargato al M5S.

Ultimo aggiornamento: 10:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche