Alabama shock. Una donna di 27 anni è accusata di omicidio per non aver protetto il feto che portava in grembo durante un litigio al termine del quale le hanno sparato all'addome. L'afroamericana Marshea Jones rischia ora fino a 20 anni di cercare, mentre la ragazza che ha premuto il grilletto, Ebony Jemison, è libera e scagionata da ogni accusa: ha sparato - è la teoria della polizia sposata dal gran jury - per legittima difesa. Dopo aver approvato la legge più dura d'America contro l'aborto, l' Alabama conservatore simbolo della battaglia pro-vita torna così al centro del dibattito negli Stati Uniti sui diritti delle donne in gravidanza. La polemica per l'incriminazione è immediata, con le associazioni per i diritti delle donne che parlano di «crudeltà nei confronti di una vittima trattata come una criminale». In Alabama - denuncia la National Advocates for Pregnant Women - le donne sono già accusate di omicidio in caso di aborto, e perseguite per legge nel caso in cui l'embrione o il feto sono esposti a sostanze stupefacenti, ma questa «è la prima volta che una donna incinta è incriminata perché le hanno sparato».
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L'incidente risale allo scorso dicembre.
In 2018 a pregnant Marshae Jones, of Alabama, was involved in a fight that lead to a shooting that ended with the death of her unborn child. At the time, Ebony Jemison, 23, was charged with murder, and then manslaughter. Now Jones is behind bars. https://t.co/Xm5O2LjfMB pic.twitter.com/6mpSOAozub
— KNX 1070 NEWSRADIO (@KNX1070) 27 giugno 2019