«Ho urlato: “Diego, Napoli è qui!”». Quattro cuori napoletani a casa di Maradona. Quando si dice trovarsi al posto giusto (per modo di dire) al momento giusto. Anna e Gianluca, due napoletani doc, già trapiantati a Roma e trasferitisi da poco nel cuore di Buenos Aires per conto di una società italiana per qualche anno, si sono ritrovati a piangere Diego Armando Maradona nella “sua” casa. «Ovviamente per noi Napoletani che abbiamo vissuto a Napoli con Diego in epoca adolescenziale .- spiega Anna Schiattarella - è stato davvero come trovarsi nel posto giusto al momento giusto, momento tragico...
«Abbiamo avuto la fortuna di poter entrare lateralmente nella Casa Rosada, dove era allestita la camera ardente. Una signora davanti a noi ha visto Mario che piangeva con la maglietta del Napoli, io ho urlato: “ Diego, Napoli è qui!” e lei si è girata e ci ha detto: “è un onore avervi qui. Piangi per Diego, lui se lo merita. Dall'altra parte c'erano Claudia e le figlie». Fino all'ultimo vicini al campione tanto amato. «La sensazione più forte che ho avuto è stata la vicinanza con la mia città pur essendo dall'altra parte del mondo. Ed allo stesso modo, stare qui e non sentirsi uno straniero».
Naturalmente all'uscita un bambino di 11 anni in lacrime non è passato inosservato. «Ci hanno avvicinato vari giornalisti argentini interessati soprattutto a chiedere a Mario come mai piangesse per Maradona, lui che, vista l'età, non aveva avuto il tempo di vederlo giocare e viverlo». E lui ha risposto loro: «Mio padre mi ha trasmesso questo amore... forse se non era per Maradona non avrei amato il calcio perché a me piace nuotare». Tutta la città si è fermata, come Anna e Gianluca hanno documentato con le loro foto. Una giornata di sole, con tante facce tristi, a lutto, tra fuochi d'artificio, bandiere e pianti.
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