Erin Doom non compare spesso sulle pagine dei giornali.
Non perché non sia una scrittrice di successo - “Il fabbricante di lacrime” ha venduto quasi trecentomila copie - ma perché si rivolge a un pubblico di giovanissimi, e il passaparola viaggia attraverso i social. Di lei si sa solo che è italiana, ha meno di trent’anni, è emiliana e ha una formazione giuridica. La passione per la scrittura la coltiva sin da quando era bambina, ed è passata - come molte autrici della sua generazione - attraverso la pubblicazione su Wattpad, il social network dedicato alla lettura. I critici blasonati storceranno il naso, ma il suo modo di raccontare la Generazione Z ne ha fatto un vero e proprio caso editoriale, continuato anche con il secondo libro, “Nel modo in cui cade la neve”. La casa di produzione Colorado ha opzionato i diritti per il primo romanzo, che qualcuno ha definito «la storia d’amore più bella dell’anno», e certamente anche quella rimasta più a lungo in cima alla classifica dei libri più venduti. Doom (che in inglese significa “destino”) non è l’unica scrittrice ad avere scelto l’anonimato, per proteggere la propria privacy. Basti citare i precedenti di successo di Felicia Kingsley e della star globale Elena Ferrante.
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