Milano, alla Fashion Week anche la moda dell'Arabia Saudita con «Saudi 100 Brands»

Abbiamo incontrato il Ceo della Fashion Commission del ministero della Cultura saudita, Burak Cakmak

Lunedì 10 Ottobre 2022 di Rossella Fabiani
Milano, alla Fashion Week anche la moda dell'Arabia Saudita con «Saudi 100 Brands»

Si è da poco conclusa la fashion week milanese e tra le novità ha destato molto interesse l’iniziativa “Saudi 100 Brands”.

Abbiamo incontrato il Ceo della Fashion Commission del ministero della Cultura saudita, Burak Cakmak, che al Messaggero ha raccontato come è nata questa avventura e che cosa significa per il Paese.

«È la prima volta che una nuova generazione di designer pionieri dell’Arabia Saudita espone a Milano le loro collezioni. La Fashion Commission dell’Arabia Saudita ha allestito uno showroom completamente dedicato al mondo della moda saudita con le collezioni del programma “Saudi 100 Brands” della Commissione. Lo scopo dell’evento era quello di accendere i riflettori sulla cultura dell’Arabia Saudita - con un ricco patrimonio di moda e di talenti locali - e aumentare la consapevolezza su come il Regno e il settore della moda continui a crescere e ad evolversi. La forza dell’industria della moda saudita viene dalla sua gente e sostenere il talento emergente è la chiave per sviluppare una fiorente scena della moda: non puoi fare l’uno senza l’altro».

 

Lanciato nel 2021, Saudi 100 Brands è un programma annuale unico nel suo genere, progettato per supportare le nuove generazioni di talenti emergenti della moda in Arabia Saudita. Copre otto diverse categorie: prêt-à-porter, modest fashion, concept, premium, demi-couture, sposa, borse e gioielli.

Nel suo precedente ruolo di decano della moda presso la Parsons School of Design di New York, Cakmak aveva già avuto la possibilità di lavorare con molti talenti e marchi emergenti e in questa avventura saudita non ha avuto dubbi su come scegliere i vari designer. «Il livello di lavoro era eccezionalmente alto e i designer hanno dovuto soddisfare diversi criteri di selezione. Ma alla fine i nostri 100 designer sono stati scelti in base alla loro creatività e al business potenziale».

A colpire è anche la presenza numerosa di donne.

«L’Arabia Saudita è la patria di molte designer donne di talento, quindi non sorprende che l’85% dei nostri designer quest’anno siano donne. L’investimento del Regno nella moda migliorerà la vita delle creative locali, fornendo loro non solo istruzione e opportunità, ma anche fiducia. Consentire alle donne di esplorare la loro creatività e trarne un reddito è uno degli aspetti più gratificanti di ciò che facciamo. Riflette un obiettivo chiave della Saudi Vision 2030: aumentare il tasso di occupazione tra le donne saudite. I nostri designer di Saudi 100 Brands sono un gruppo eterogeneo di individui molto diversi tra loro. Alcuni sono stati educati in rinomate scuole di design internazionali mentre altri sono autodidatti. Provengono da tutte le regioni del Regno, di età compresa tra i 20 anni e 70. Abbiamo designer che hanno intrapreso strade non convenzionali verso la moda come Abeer e Alia Oraif, fondatrici dell’Atelier Hekayat. Le sorelle hanno conseguito lauree in nutrizione e gestione del business internazionale prima di decidere che la moda è la loro vocazione. Prima di diventare una star della moda saudita, Yousef Akbar è andato in Australia a studiare Logistica, mentre il design è di famiglia per Shahd AlShehail, fondatrice di Abadia, che eredita la passione per la moda in giovane età dalla zia. Abbiamo piani entusiasmanti per costruire uno studio di sviluppo prodotto a Riyadh, dotato di macchinari all’avanguardia e gestito da esperti del settore in loco». 

Ma dietro a questa iniziativa c’è qualcosa di molto più profondo.

«La nostra missione è far crescere l’industria della moda del Regno valorizzando la cultura e l’identità saudita. Crediamo da tempo che la moda sia il filo conduttore dell’Arabia Saudita e il fulcro della sua identità. Ecco perché, sin dal suo inizio nel 2020, la Fashion Commission ha lavorato alla crescita dell’industria della moda e dell’ecosistema preservando con orgoglio il ricco patrimonio saudita, dando potere ai designer sauditi e ispirando la prossima generazione di sauditi designer a superare i confini e condividere i loro talenti con il mondo».

Sembra dunque che la strada intrapresa abbia portato già dei risultati. 

«Attraverso iniziative educative come Saudi 100 Brands, la nostra annuale conferenza Fashion Futures ed Elevate, il nostro programma di leadership femminile, la Fashion Commission mira a costruire una fiorente industria della moda a livello locale per supportare un fiorente pool di talenti locali. I nostri designer hanno già avuto successo sulla scena mondiale. Più di 3.400 persone, tra cui oltre 3mila buyer, hanno visitato gli stilisti alla Milano Fashion Week. Acquirenti dai grandi magazzini di lusso come Bergdorf Goodman e Harvey Nichols London hanno elogiato il lavoro dei designers. Ma il meglio deve ancora venire»- 

Tutto questo dunque risponde appieno alla politica di governo dove appunto la moda è uno dei settori emergenti lanciati con la Vision 2030.

«L’Arabia Saudita sta diventando un luogo in cui gli acquirenti trovano prodotti straordinari, unici, creazioni opulente e meticolosamente realizzate. Ultimamente sono stati aperti molti negozi di lusso nel Regno poiché i marchi globali riconoscono il potenziale del Regno: il solo mercato della moda dovrebbe crescere di oltre l’8% all’anno. Il Paese ha il potenziale per aprire la strada non solo alla creatività, ma anche all’innovazione e alla sostenibilità. La Fashion Commission ha recentemente annunciato una partnership con la King Abdullah University of Science and Technology per esplorare lo sviluppo di un nuovo centro di ricerca per soluzioni e tecniche sostenibili nel settore tessile e nel fashion-tech. Il governo saudita ha individuato un’opportunità per far evolvere il settore della moda in un importante motore di crescita economica e creativa nell’ambito della Vision 2030, si sta sviluppando di pari passo con i più ampi cambiamenti sociali ed economici».

Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 18:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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