Rivoluzione negli asili nido del Lazio. Turni più lunghi, fino a 12 ore, servizi sperimentali di giorno anche nei parchi o nelle fattorie, e di notte anche nelle aziende così da consentire alle mamme lavori notturni. Il Consiglio regionale ha approvato l'altro giorno la nuova legge che prevede un unico percorso continuo di formazione per i bambini da 0 a 6 anni. La normativa arriva a quarant'anni dalla precedente legge regionale. Il testo, che vede come prima firmataria la Presidente della IX Commissione consiliare Eleonora Mattia, mira a contrastare i fenomeni della dispersione scolastica e della povertà educativa, garantendo pari condizioni di accesso e partecipazione ai servizi educativi per le bambine e bambini, senza distinzione alcuna di genere, sesso, etnia, età, disabilità e orientamento religioso delle famiglie, garantendo pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco.
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Per la sezione lattanti è prevista una quota di riserva per un numero di posti non inferiore al 20% rispetto a quelli autorizzati. Viene fissato per il nido un orario quotidiano che, a partire dalla mattina, va da un minimo di sei a un massimo di 12 ore, garantendo come minimo 5 giorni alla settimana per dieci mesi all'anno. E poi sono previsti servizi sperimentali, uno di giorno che potrà essere attivato in strutture quali fattorie, agriturismi, riserva naturale e parchi, e l'altro previsto in orario notturno e nei giorni festivi all'interno dei servizi educativi aziendali, grazie a un'agevolazione finanziaria per le aziende che prevede la realizzazione di vere e proprie scuole dell'infanzia in ufficio. In questo secondo caso, la Regione promuove un servizio che, sulla base di esigenze lavorative dei genitori, può prevedere l’apertura anche nelle giornate di sabato e/o di domenica, durante le vacanze natalizie e pasquali, nei mesi estivi.
«Il sistema integrato garantisce la continuità educativa, anche attraverso la costituzione di Poli per l’infanzia, con un’offerta qualificata e all’avanguardia e individuando una serie di servizi educativi per l’infanzia, diversificati e adattabili alle esigenze di ciascuna famiglia e/o territorio, anche dando copertura legislativa a esperienze già avviate de facto», spiega Eleonora Mattia.
Oltre alle nuove norme per asilo nido, micro-nido e sezione primavera, si aggiungono i servizi educativi sperimentali in natura, come l’asilo nel bosco o l’agrinido, e nei luoghi di lavoro.
«È il più grande investimento educativo realizzato da decenni nella Regione Lazio e sul nostro patrimonio più grande che sono appunto le bambine e i bambini», aggiunge Mattia. «Tra gli obiettivi, rendere gratuiti i nidi per tutti, far emergere il sommerso e arrivare su tutto il territorio, anche nei Comuni delle aree interne, al target europeo del 33%».
La nuova legge mira a costruire un sistema integrato di servizi per l’infanzia non solo di qualità, ma anche inclusivi e veramente accessibili a tutte e tutti. Per le bambine e i bambini con bisogni educativi speciali sono previsti piani educativi personalizzati elaborati in collaborazione con i servizi sociali dei Comuni, i servizi delle Aziende sanitarie locali e genitori nelle fasi di elaborazione e attuazione del piano educativo. É previsto che i Comuni, nel definire i criteri di accesso ai servizi educativi a offerta pubblica, diano priorità ai casi di disabilità e bisogni educativi speciali, alle famiglie con due o più figli in età di obbligo scolastico, a situazioni di disagio sociale e/o economico della famiglia, attestato dai servizi sociali territoriali, riconoscendo priorità alla famiglia monoparentale, a particolari condizioni di lavoro dei genitori, alla condizione di detenzione di uno o di entrambi i genitori, alla condizione di orfani di vittime di femminicidio, nonché alle altre situazioni familiari individuate dai comuni, dai consultori, dalle case rifugio, dalle case famiglie o dai centri antiviolenza. «Per quanto riguarda gli spazi dedicati ai servizi di educazione e istruzione la nuova legge disciplina nel dettaglio le caratteristiche e i requisiti degli spazi, interni ed esterni, degli arredi e dei giochi nei servizi educativi che tutelino la salute, il benessere e la sicurezza delle bambine e dei bambini. Vi è un riferimento esplicito al diritto alla sicurezza scolastica, inteso come combinazione degli elementi di sicurezza strutturale e antisismica, urbanistici, architettonici, di abitabilità, salubrità, comfort, assenza di barriere architettoniche e complessiva accessibilità per gli studenti disabili e delle misure di prevenzione, protezione e soccorso».
Asili nido, rivoluzione nel Lazio: orari più lunghi e servizi anche per le mamme che lavorano di notte
Venerdì 17 Luglio 2020Vengono inoltre regolamentati una serie di servizi integrativi quali lo spazio gioco, il nido domestico, il centro per bambini e famiglie. Il tutto con un’importante copertura finanziaria pari a 10,5 milioni per il 2020, 17 milioni per il 2021 e 21 milioni per il 2022, oltre i trasferimenti statali.