Egregio direttore,
mi pare che anche il partito socialista spagnolo abbia dimostrato di essere affetto dalla stranezza di festeggiare le sconfitte elettorali, stranezza della quale quasi sempre la sinistra nostrana è caduta vittima. Forse spera, in qualche modo, di mantenere il governo nonostante il vincitore delle elezioni spagnole di questi giorni, anche se di poco, sia il partito popolare. È legittimo, da parte della sinistra iberica, tirare un sospiro di sollievo per il cattivo risultato ottenuto dai conservatori di Vox, ma, come si dice, una rondine non fa primavera e dare per sepolto il progetto di alleanza tra conservatori e popolari in Europa mi sembra prematuro. Piuttosto vedo, in questa tornata elettorale in Spagna, il pericolo di spaccatura a metà della sua opinione pubblica e, ancor peggio, un accordo dei socialisti con i secessionisti catalani che minacciano l'integrità politica del Paese e, di conseguenza, la coesione dell'Unione europea della quale Madrid è membro importante.
Mauro Cicero
Mogliano Veneto (Treviso)
Caro lettore,
a me pare che, come accade in Italia, anche in Spagna ciascuno dopo il voto trova modo di spiegare che non ha perso e che anzi, seppur i voti raccolti sembrano dire il contrario, forse ha persino vinto. Le cose certe del voto spagnolo di domenica sono due. La prima: la sconfitta del partito di estrema destra Vox che ha ottenuto meno consensi di quanto i sondaggi avevano pronosticato e di quanto si attendeva il suo leader per poter esercitare un ruolo condizionante in una possibile alleanza di governo di centro-destra. La seconda: il voto di domenica condanna la Spagna a una quasi certa ingovernabilità. I popolari hanno vinto le elezioni ma non hanno ottenuto i voti necessari per governare, mentre i socialisti hanno perso il primato di partito leader e guida del paese, ma non sono crollati elettoralmente: non possono più governare ma possono impedire agli avversari di farlo. Risultato: dal voto emerge una società iberica politicamente spaccata in due e in cui formare un governo stabile e duraturo sarà un vero rebus. Non esattamente un bel segnale in chiave europea. Anche per questa ragioni alcune letture in chiave italiana del voto spagnolo appaiono piuttosto stucchevoli e inconcludenti. O meglio: riflettono il provincialismo di cui è affetta tanta politica nazionale.