Una risposta ai moralismi contro Sinner e agli insulti contro chi difende il suo diritto a vivere dove vuole

Venerdì 2 Febbraio 2024

Caro direttore,
in merito alla sua risposta al sig. AB su Sinner lei ha dato un esempio di elasticità italiana. Personalmente concordo con il lettore AB in quanto sentirsi italiani e risiedere all'estero per eludere le tasse (che milioni di italiani pagano) dopo aver usato le strutture che l'Italia ti ha offerto per diventare quello che sei, e poi scappare all'estero è, mi permetta, eticamente discutibile. Dire poi come scrive lei: «Non infrangono le leggi» è un esempio di paraculismo italiano molto comune alla carta stampata.

Beppe Scattolin
Lido di Venezia


Caro lettore,
mi dispiace, ma nella risposta su Jannik Sinner non penso proprio di avere fatto alcun esercizio di italica elasticità o di parac...

come gentilmente afferma lei. Ho cercato piuttosto di sfuggire e di mettere in guardia dai facili moralismi. Ci provo di nuovo. A Montecarlo risiedono, senza che questo abbia mai suscitato scandalo, molti dei più forti tennisti del mondo, da Diokovic o Tsisipas all'italiano Berrettini. Sinner ha scelto di abitarvi già alcuni anni fa quando guadagnava infinitamente meno di adesso, perchè il suo allenatore di allora, Riccardo Piatti, aveva casa lì e Jannik si allenava a pochi chilometri di distanza dal Principato, a Bordighera. Quindi mi sembra un po' improprio affermare, come lei fa, che Sinner sia scappato all'estero. Diciamo invece che, com'è nei suoi diritti, ha scelto di vivere nel luogo che ha considerato più pratico e conveniente e quello che ha giudicato più adatto alle sue prospettive di promessa del tennis. Certamente la residenza monegasca gli ha garantito e gli garantisce anche vantaggi fiscali. Ma questo è per caso un reato o rappresenta una violazione delle leggi fiscali italiane? Non mi pare proprio. E dunque, in linea di principio, che differenza c'è tra Sinner e un qualsiasi altro contribuente italiano che utilizza gli strumenti che la legislazione gli mette a disposizione, per ridurre il carico di imposte che grava sul suo reddito? O esiste una doppia morale fiscale che vale per qualcuno e non per qualcun altro? E perchè il presunto rigore fiscale che si richiede oggi a Sinner non è mai stato preteso per nessuno dei molti altri atleti che, a diverso titolo, hanno scelto di avere una residenza all'estero o hanno potuto godere di vantaggi fiscali? Ricordo, per esempio, che nel nostro Paese è stata in vigore fino al 2023 una legge che consentiva ai calciatori stranieri che venivano a giocare in Italia per almeno due anni di pagare l'Irpef solo sul 30% dei loro stipendi milionari. Un privilegio assoluto, riservato peraltro ad atleti di altri Paesi, contro il quale però non mi pare di avere mai raccolto o letto grandi proteste e indignati commenti. Forse perchè agli dei del pallone tutto è concesso. A Sinner invece no. Diciamo la verità: siamo un paese unico. Abbiamo un fuoriclasse di cui dovremmo essere orgogliosi e che dovremmo tenerci stretto. A soli 22 anni Jannik è, insieme, un formidabile testimonial globale del made in Italy ed un esempio positivo, non solo nello sport, per migliaia di ragazzi. Però a qualcuno non sta bene. Bisogna impartirgli lezioni di morale, processarlo per indegnità fiscale e tacciarlo pure di ingratitudine. Incredibile.

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