Meglio una strofa di Dylan che tante pagine di letterati

Domenica 16 Ottobre 2016
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Egregio direttore,
il premio Nobel viene attribuito a persone che si sono distinte in vari campi. Nel recente passato sono stati assegnati dei Nobel per la pace che hanno suscitato non poche perplessità. Per la letteratura la scelta dovrebbe ricadere su persone che hanno dimostrato il loro valore in tale campo; se, invece, il premio viene a volte assegnato ad importanti artisti dello spettacolo, ritengo che ciò non sia pertinente.


Franco Polesel
Mestre


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Caro lettore, 
in tanti non hanno condiviso la scelta dell'accademia svedese di assegnare quest'anno il premio Nobel per la Letteratura a Bob Dylan, cioè a un cantautore. A qualcuno è apparso l'omaggio di un club di attempati ex sessantottini a un mito della loro gioventù. E forse in questo c'è un pizzico di verità: la nostalgia sa spesso essere molto persuasiva. Certamente, anche se il concetto di letteratura si presta a molte interpretazioni, è difficile classificare Dylan come uno scrittore-letterato in senso classico. Tuttavia, scorrendo l'elenco dei Nobel anche recenti, capita di incappare in nomi di oscuri autori e indecifrabili poeti riprecipitati nell'oblio il giorno dopo l'assegnazione del premio. Allora forse meglio che, attraverso il Nobel, alla storia sia consegnato un formidabile menestrello come Dylan, autore di testi autenticamente poetici e capaci di parlare al cuore e alla testa di milioni di persone. Uno dei più grandi poeti, l'argentino Borges, diceva che letteratura è "la capacità di seguire e dare forma ai sogni". Bob Dylan, con i testi delle sue canzoni, è riuscito a farlo più di tanti letterati e scrittori.
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