Perché il cambio del presidente dell'Inps non è un golpe ma la legittima (e doverosa) scelta di un nuovo governo

Sabato 6 Maggio 2023

Egregio Direttore,
al di là delle varie e personali posizioni politiche, i commissariamenti di Inps e Inail, decisi dal governo guidato da Giorgia Meloni sono veramente inaccettabili. La prepotenza governativa non fa bene al paese e danneggia pensionati e lavoratori. L' Italia oggi più di ieri, va governata con saggezza e, soprattutto, il governo dovrebbe responsabilmente concretizzare la concertazione coinvolgendo nelle scelte le parti sociali: sindacati - terzo settore - associazioni economiche - imprenditori - enti locali - volontariato.


Franco Piacentini
Venezia


Caro lettore,
al di là delle varie e personali posizioni politiche, mi spiega perché se un governo di centro-sinistra rinnova i vertici di un ente o di una società pubblica esercita il suo legittimo diritto allo spoil system - ossia al cambiamento dei vertici della pubblica amministrazione in coincidenza con l'insediamento di un nuovo governo - mentre se lo fa un esecutivo di centro-destra siamo di fronte a un atto di insopportabile e inaccettabile prepotenza? Restiamo ai fatti.

E parliamo del caso che sta facendo più discutere: il cambio al vertice dell'Inps. L'Istituto nazionale di previdenza sociale gestisce quasi la metà della spesa corrente pubblica ed è, insieme all'Inail, uno strumento fondamentale per controllare e gestire il welfare, cioè la spesa sociale di un Paese. Non è normale dunque che un governo voglia avere un uomo di propria fiducia e in linea con i propri orientamenti politici a capo di un organismo così delicato e strategico? È talmente normale che è sempre successo. Ed inoltre: perché mai l'esecutivo dovrebbe condividere questa scelta con i sindacati e altre organizzazioni? Il presidente uscente dell'Inps, Pasquale Tridico era stato nominato dal primo governo guidato da Giuseppe Conte ed era considerato tra i "padri" di due delle leggi bandiera della stagione politica grillina: il Reddito di cittadinanza e il cosiddetto Decreto dignità. Non a caso due delle materie su cui per prime il governo Meloni ha deciso di intervenire con decisione, riformandole profondamente. Un segnale preciso che Tridico per primo avrebbero dovuto cogliere. In un paese normale di fronte a una cambio di maggioranza e di politiche sociali così nette, il presidente dell'Inps prende atto della svolta avvenuta e mette responsabilmente a disposizione il proprio mandato, lasciando al governo la scelta di rinnovargli la fiducia o di fare scelte diverse. In Italia invece grida al golpe e all'epurazione politica.

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