Cercare di giustificare foibe ed esodo come una conseguenza delle atrocità del nazi-fascismo è riduttivo e sbagliato

Martedì 15 Febbraio 2022
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Egregio direttore,
leggo sul Gazzettino che il senatore Massimo Candura ha puntualizzato che nel nome della verita' gli eventi rievocati dal Giorno del ricordo sono imputabili ad una filosofia comunista e che se possiamo perdonare come uomini e come cristiani, non possiamo certo dimenticare. Vorrei allora ricordare i fatti di quegli anni imputabili ad una filosofia fascista, ripeto fascista, e in particolare i morti italiani (civili-militari): 500-600 mila (3 morti ed una invalida nelle mie famiglie) a causa della dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940 da parte di Benito Mussolini. Bisogna sempre ricordare le cause, poi vengono gli effetti.

Luigi Minet

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Caro lettore,
fatta la premessa, evidentemente non ovvia nè scontata, che non si può giustificare un'atrocità con altre atrocità, il contesto storico e temporale rende un po' difficile considerare le foibe e l'esodo di dalmati, istriani e giuliani semplicemente come una conseguenza degli orrori ed errori del fascismo, stabilendo un rapporto di causa ed effetto tra questi eventi.

Bisogna infatti ricordare che nessun paese tra i vincitori della seconda guerra mondiale ha perseguitato nel 1945 il popolo che aveva liberato. In nessun paese sono stati sterminate interi pezzi di popolazione. Questo è invece accaduto in Jugoslavia. Ed è avvenuto non come reazione alle atrocità dei nazi-fascisti, ma perchè il maresciallo Tito doveva imporre un regime di stampo comunista e procedette quindi in modo scientifico all'eliminazione di tutti coloro che potevano rappresentare un ostacolo a questo progetto. Una vera e propria operazione di pulizia etnico-politica. Per questo i partigiani comunisti non uccisero solo i collaborazionisti dei nazisti, ma assassinarono anche migliaia e migliaia di cittadini, tra cui i moltissimi italiani scomparsi nelle foibe. Per questo ci furono eccidi come quello di Porzus, in cui partigiani cattolici e laico-socialisti vennero trucidati dai partigiani comunisti. Per questo furono costretti a lasciare l'Istria e la Dalmazia e espropriati di tutti i loro beni centinaia di migliaia di cittadini che rifiutarono la collettivizzazione forzata imposta dalle forze titine. Quindi senza nulla tacere delle colpe e degli orrori del nazi-fascismo, è quantomeno riduttivo cercare di spiegare le tragedie che si consumarono sul fronte orientale come una reazione, seppur brutale e ferocissima, al nazi-fascismo. Le foibe e l'esodo appartengono di diritto al libro nero del comunismo.

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