È Filippo il colpevole non la società: ma qualche domanda su ciò che è accaduto bisogna avere il coraggio di farsela

Venerdì 8 Dicembre 2023
Filippo Turetta

Egregio direttore,

ho letto la sua risposta al signor Roman e sono d'accordo con lei. Ma sono d'accordo parzialmente anche con il signor Roman e penso solo che abbia detto delle cose giuste in modo sbagliato (come Valdegamberi). La commozione e l'eco mediatica suscitata dal caso Giulia è un dato di fatto ed è inutile stupirsi e sollevare critiche: tutto questo scrivere e parlare servirà a qualche cosa? Non lo sappiamo, certamente quanto detto da papà Cecchettin potrà attivare qualche allarme e spingere qualche donna a denunciare comportamenti malati del proprio partner. Quello che a mio avviso è completamente sbagliato e controproducente è attribuire responsabilità di questi fatti alla politica, alla cultura patriarcale (morta e sepolta) e addirittura ai maschi in generale. La responsabilità di quanto accaduto è invece individuale, frutto di una mente criminale e bacata. Spostare le responsabilità a terzi come vorrebbero fare i movimenti femministi è sbagliato e addirittura potrà dare un alibi al prossimo assassino: non sono io a sbagliare, la colpa non è mia è della società.


Pietro Spera


Caro lettore,
ho dialogato su questa tema con molti di voi in queste settimane.

Ma evidentemente non sono stato in grado di spiegare il mio punto di vista. Ci riprovo. Per me la responsabilità individuale, in ogni situazione, viene prima di tutto. E quindi non ho dubbi sul fatto che in questa orribile storia c'è, innanzitutto, un omicida, Filippo Turetta, che ha consapevolmente deciso di uccidere la sua ex fidanzata. Probabilmente ha anche premeditato l'assassinio. Ma questo dovranno essere i giudici a stabilirlo. In ogni caso è lui il colpevole, non la società, non il patriarcato, non il maschilismo. Mi sono tenuto ben distante dalle polemiche politiche che qualcuno ha voluto imbastire, da destra come da sinistra, su questo tema. E continuo a farlo. Tuttavia, poiche vivo in questo mondo, non posso non chiedermi come sia possibile che un ragazzo di 22 anni, ben istruito e di buona famiglia possa non semplicemente compiere un assassinio, ma ritenere che la sua ex fidanzata fosse una sua proprietà al punto tale di maturare la decisione di eliminarla fisicamente quando lei ha deciso di porre fine al loro rapporto sentimentale. Poichè vivo in questo mondo, non posso evitare di interrogarmi su come sia possibile che solo in questi primi 11 mesi del 2023 ben 107 donne, solo per avere deciso liberamente di vivere la propria vita, siano stati uccise da loro partner od ex partner. Poichè vivo in questo mondo, non posso non chiedermi se non esista un "brodo di coltura" che purtroppo porta ancora tanti uomini a pensare ed ad agire in questo modo, ad uccidere una donna per brama di possesso. Non credo che queste siano domande femministe, di destra o di sinistra. Certamente non sono un alibi per Filippo Turetta o non riducono minimamente le sue enormi responsabilità. Semplicemente penso siano domande da farsi. E lo penso da cittadino e da uomo.

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