​Le (buone) ragioni di un lettore antifascista, figlio e nipote di antifascisti che si dice "frastornato" dai toni del 25 aprile

Giovedì 27 Aprile 2023

Egregio Direttore,
sono rimasto frastornato dai toni del dibattito sul 25 Aprile. Lo dico non da sostenitore dell'attuale destra di governo, ma con ferme convinzioni antifasciste confermate da una famiglia che annovera un nonno avvocato, vittima nel 1926 di una spedizione fascista che devastò lo studio; uno zio di nome Bruno Visentini che neo-laureato assieme all'avv. Boscolo andò in auto a Roma per prelevare l'esponente comunista Emilio Sereni, portarlo a Milano da dove altri lo hanno fatto rifugiare in Svizzera e un padre militare di carriera che dopo l'8 settembre scelse di non aderire a Salò. Detto questo, mi pare che la Meloni abbia fatto martedì dichiarazioni nette, il nostro trevigiano Nordio ministro della Giustizia è stato fermo e chiaro in TV, così il ministro Valditara.


Ciò detto, l'Italia ha problemi difficili da affrontare, con poche risorse perché il debito pubblico è troppo alto non causa investimenti con un ritorno in termini di sviluppo ma per l'estendersi della spesa corrente. Il nostro Pil pro-capite nei 20 anni pre-Covid è leggermente sceso quando altrove è cresciuto. Abbiamo perso attrattività per chi investe e fa impresa. Io vorrei che la politica, tutta, da destra a sinistra, facesse più attenzione a questo, alle cause della stagnazione italiana e discutesse, anche scontrandosi, sui rimedi. Questi sono i problemi che abbiamo oggi, e temo che a volte si tenda ad eluderli, parlando d'altro.


Aldo Mariconda
Venezia


Caro lettore,
ma perché prima di esprimere la sua opinione, lei si sente in dovere di precisare di essere un antifascista senza macchia e di sottolineare la sua tradizione familiare, fatta di impegno e di contrapposizione non solo ideale al fascismo? Non mi fraintenda né mi consideri più ingenuo di quel che sono.

Non mi sfuggono né le ragioni né l'importanza di tutto questo. E poiché non ho dubbi di sorta sul valore dell'antifascismo capisco che ne sia orgoglioso. Ma se ci pensa è anche questa una dimostrazione di quanto le scorie del passato condizionino il nostro dibattito politico. Se lei non potesse vantare quattro quarti di nobiltà antifascista, i suoi giudizi su ciò che ha detto Giorgia Meloni su fascismo e democrazia avrebbero forse meno valore? Ed è normale che nel 2023 in Italia ci sia ancora qualcuno che ritiene di avere il diritto di fare l'esame del sangue agli altri? La premier ha detto e scritto cose importanti. Ha da molti punti di vista chiuso i conti con il passato. Qualcuno osserverà che avrebbe dovuto farlo prima o che alcuni esponenti di Fdi dovrebbero evitare uscite improvvide, inadeguate al loro ruolo e storicamente sbagliate. La storia delle persone non si cancella, ma resta il fatto che dopo questo 25 aprile anche per i "partigiani" più accaniti sarà arduo contestare, in nome dell'antifascismo, la legittimità, sancita dal voto popolare, di Giorgia Meloni e del centrodestra a traino Fdi a guidare il Paese. A questo punto, come lei suggerisce, potremmo anche dedicarci ad altro. Ce n'è bisogno. Senza naturalmente dimenticare chi siamo e da dove veniamo. Ma preoccupandoci anche di dove vogliamo e possiamo andare.

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