L'esame sugli anticorpi prima di allungare il Green pass? Meglio semplificare più che introdurre nuovi obblighi

Giovedì 3 Febbraio 2022

Caro direttore,

prima di prolungare la durata del Green pass, dopo la terza dose, non sarebbe opportuno prescrivere un esame sugli anticorpi? Io sarei disposto a farlo. Mi sentirei più sicuro avendo più di settant'anni. Decidere così senza alcun supporto di dati scientifici mi sembra sciocco e pericoloso. Lei che ne pensa?
Emiliano Andreis
Conegliano

Caro lettore,

credo che dovremmo porci l'obiettivo di semplificare e di ridurre i disagi per i cittadini, non di introdurre nuovi test e ulteriori obblighi. L'esame degli anticorpi esteso a milioni di cittadini avrebbe come inevitabile conseguenza quella di stressare ulteriormente le strutture sanitarie già messe a dura prova in questi due anni e di imporre a tutti noi altre incombenze. Un impegno che peraltro sul piano pratico sarebbe ben poco utile perché non fornirebbe dati di certa e utile validità scientifica ai fini della campagna vaccinale.
Non è un caso, del resto, che non esista uno standard internazionale riconosciuto per questo tipo di esami. Perché i test sierologici possono rilevare se in una persona si sono sviluppati gli anticorpi indotti dalla vaccinazione o dalla malattia, ma non dicono a che livello e, soprattutto, per quanto tempo questa stessa persona sia protetta.
Detto in altre parole: per ciò che riguarda la cosiddetta memoria immunologica, ossia la capacità di misurare la durata dell'efficacia del vaccino o degli anticorpi prodotti dalla malattia, un esame di questo genere non ha scientificamente alcuna validità.

Imporlo ai cittadini avrebbe dunque ben poco senso.

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