Codice della strada, la (nuova) stretta è giusta ma non basta, la sicurezza dipende da chi sta al volante

Sabato 24 Giugno 2023

Egregio direttore,
ormai da alcuni giorni si parla della rivisitazione del codice della strada implementandolo con nuovi articoli e la modifica di alcuni esistenti. Ho negli ultimi quindici giorni percorso più di cinquemila km da nord a sud della nostra penisola ed ho avuto modo di osservare per l'ennesima volta come la nostra rete autostradale sia in continua manutenzione a conferma che la manutenzione stessa non sia stata effettuata o fatta male da molti, moltissimi anni, ma è assurdo che ogni cantiere presenti incongruenze riguardanti le indicazioni di velocità prescritte che passano dai 130 km/h a cartelli che indicano 30km/h ed in alcuni casi 10. Dare corso al rispetto di queste indicazioni, oltre ad essere impossibile in autostrada, rende poco credibile ogni prescrizione. Si dice inoltre che il nuovo codice renderà più stringenti le regole per l'utilizzo del cellulare in auto, bene assolutamente d'accordo, ma a quando lo stesso verrà proibito anche a ciclisti, monopattinisti e pedoni che, viaggianti le prime due categorie, oppure fermi in prossimità delle strisce pedonali decidono di attraversare la strada incuranti dell'arrivo o meno di auto e altri mezzi. Se stringenti debbono essere le regole a miglioramento della sicurezza stradale ho ragione che anche i punti sopra descritti debbano essere presi in considerazione dal legislatore.

A.

Fuga


Caro lettore,
le norme che verranno introdotte dal cosiddetto nuovo Codice della strada rappresentano certamente una svolta positiva. Anzi direi che, considerati i numeri terribili delle morti per incidenti stradali e le loro cause prevalenti, dovevano essere pensate e predisposte già qualche anno fa. Ma, come si dice, meglio tardi che mai. Dopodiché è evidente che la presenza di tanti cantieri, sopratutto su autostrade molto trafficate come la Venezia-Trieste, rappresenta un fattore di rischio in più che nessuna norma, per quanto severa, potrà mai azzerare. Ma al fondo, cantieri o meno, c'è un problema che riguarda tutti noi. I divieti e le limitazioni hanno un senso e un'efficacia se vengono rispettati e applicati. E questo tocca innanzitutto a chi è alla guida farlo. Non dovrebbe essere necessario fare una legge per spiegare che è pericoloso per sé e per gli altri usare il cellulare mentre si sfreccia su un instabile monopattino o che chattare con il telefonino mentre si guida un' auto è assai più pericoloso che viaggiare concentrati a velocità sostenuta su una autostrada a quattro corsie. La responsabilità alla fine è innanzitutto nostra. Siamo noi che guidiamo, che schiacciamo l'acceleratore, che usiamo il cellulare, che ci mettiamo al volante dopo aver bevuto troppo o usato sostanze stupefacenti. Le leggi vengono varate per disincentivare questi e altri comportamenti e per punire chi non li rispetta. Ma non sarà semplicemente moltiplicando e adeguando le norme e neppure rendendole più severe che ridurremo incidenti e morti sulle strade. Perché alla fine il vero problema (e anche la soluzione ovviamente) siamo noi. Anche se magari non ci fa piacere riconoscerlo.

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