Il voto al Senato, la vera partita in gioco sul caso Ronzulli e la lezione per Berlusconi (e i suoi fedelissimi)

Sabato 15 Ottobre 2022
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Caro Direttore,
ma la Ronzulli merita e meritava tutto questo?
Luigi Barbieri
Padova

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Caro lettore,
credo di sì. Ma la vicenda prescinde dalle qualità personali e politiche di Licia Ronzulli e anche dal suo ruolo di consigliera-assistente-fedelissima di Silvio Berlusconi.

La battaglia scatenatasi sulla presenza nella compagine ministeriale di Ronzulli, a cui il leader di Forza Italia voleva fosse affidato un ministero di peso (la Sanità) e il ruolo di capo delegazione degli azzurri, era ed è la naturale conseguenza di un questione tuttaltro che marginale, ma ( almeno fino a l'altro ieri), non del tutto risolta nel centrodestra: quella della leadership. Nonostante il voto abbia assegnato a Fdi e Giorgia Meloni in modo indiscutibile il primato nel Paese e ancor di più dentro il centrodestra, da parte degli altri due capi partito della coalizione vincente, Matteo Salvini e soprattutto Silvio Berlusconi, si fa fatica ad accettare che sia ora la presidente di FdI a dare le carte e a guidare il centrodestra.

Credo che su questo aspetto non sia indifferente anche il fatto che Giorgia Meloni sia una donna. Soprattutto Silvio Berlusconi, e lo si è visto chiaramente anche ieri in quel suo plateale vaffa pronunciato in Senato all'indirizzo di La Russa, non sembra aver metabolizzato questa nuova realtà e non sembra aver compreso fino in fondo che il quadro è cambiato e che il ruolo che ha voluto attribuirsi di padre nobile del centrodestra deve comunque fare i conti con quell'8% incassato da Fi alle elezioni. Giorgia Meloni, dal canto suo, è consapevole della difficoltà del compito di formare e guidare un governo nelle condizioni attuali ma anche per questo è determinata a far valere il suo peso elettorale e le sue scelte. E a imporre dentro e fuori il centrodestra la propria leadership, le sue idee e anche un suo stile di gestione. Il caso Ronzulli era il terreno ideale per mandare segnali chiari in questo senso. E Meloni ha agito di conseguenza, con la determinazione che le è propria. Dopodiché saranno i risultati dell'azione di governo a misurare le capacità e la qualità della capa di Fdi, dell'efficacia della leadership e di quella della compagine ministeriale che verrà scelta nelle prossime settimane. Ma intanto la futura primo ministro ha voluto mettere in chiaro ruoli, pesi e responsabilità dentro il centrodestra. E anche chi come Berlusconi e la sua corte forse non l'aveva ancora capito, ora non può avere più dubbi.
 

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