Vincenzo De Luca condannato dalla Corte dei Conti per i vigili promossi: danno erariale da 60mila euro

Sabato 19 Febbraio 2022 di Leandro Del Gaudio
Vincenzo De Luca condannato dalla Corte dei Conti per i vigili promossi: danno erariale da 60mila euro

Dunque, il governatore Vincenzo De Luca era perfettamente a conoscenza delle indennità erogate a favore dei quattro vigili urbani.

Era consapevole della «dissonanza esistente» tra il ruolo attribuito ai quattro componenti della sua segreteria e le indennità erogate dal 2016 al 2019. Un punto fermo, agli occhi dei giudici, che ha spinto la Corte dei conti a condannare il presidente della regione Campania al pagamento in favore dello stesso Ente di Santa Lucia della somma di quasi 60mila euro (59.095.47). Eccolo il verdetto di primo grado pronunciato dalla sezione giurisdizionale regionale per la Campania (presidente aggiunto Marta Tonolo, a latere Rossella Cassoneti e Francesco Maffei), che accoglie una parte delle conclusioni investigative della Procura di via Piedigrotta, al termine degli accertamenti coordinati dal pm Davide Vitale.

Un dispositivo che investe il presidente in relazione alla decisione (risalente ai primi mesi del suo insediamento in via Santa Lucia) di distaccare quattro agenti della polizia municipale di Salerno nei ranghi della sua segreteria. Sono i presunti componenti di una sorta di “filtro” fiduciario e operativo o di una specie di segreteria mobile, itinerante, quotidianamente alle prese con mail, messaggerie istantanee, missioni in auto, trasferte negli angoli più remoti del territorio regionale. Una vicenda esplorata sotto il profilo penale, con la decisione della Procura di Napoli di archiviare il caso (l’ipotesi era di abuso d’ufficio), ma anche sotto il profilo del danno erariale provocato dalla decisione di “comandare” quattro agenti nel cerchio magico del Palazzo, con tanto di indennità manageriali erogate. 

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Stando a quanto scrivono ora i giudici contabili, c’è stato un danno, ma il peso economico delle scelte del governatore sono molto al di sotto dei conti fatti dai pm di via Piedigrotta: siamo intorno alle 60mila euro, quindi distanti rispetto al tetto di 400mila euro definito in una fase iniziale delle verifiche. Ma proviamo ad entrare nelle pieghe del ragionamento fatto dai giudici. Restiamo al concetto di segreteria mobile, quella appunto costituita dai quattro agenti di polizia municipale distaccati come interfaccia naturale del presidente. Un punto su cui sono intervenuti tutti i testi, compresi quelli citati dalla difesa del governatore, rappresentata dagli avvocati Andrea Castaldo e Antonio D’Aloia, a proposito del “filtro” dei quattro agenti (che smistavano mail o si facevano latori di richieste di appuntamento da parte di politici o collaboratori dello stesso governatore). Un processo legato alla «illegittima corresponsione» di indennità ai signori Gianfranco Baldi, Giuseppe Muro, Giuseppe Polverino, Claudio Postiglione, le cui mansioni risultavano «perfettamente fungibili» le une rispetto alle altre. Erano a tutti gli effetti «addetti alla segreteria presidenziale», passando nel giro di pochi mesi da esponenti del corpo di polizia municipale a un ruolo apicale in seno alla struttura amministrativa. 



Ma c’è spazio anche per le ragioni difensive, come si legge dallo stesso ragionamento del collegio giudicante. Scrivono i magistrati contabili: «Si reputa comunque doveroso aderire all’assunto difensivo con il quale si pone in luce il concorso concausale dell’apparato burocratico regionale. È stata la difesa del presidente De Luca a ricordare infatti come «diverse figure dirigenziali e funzionariali hanno partecipato, con differenti compiti alla realizzazione delle scelte che costituiscono l’oggetto del presente giudizio e nessuna di esse ha mai sollevato problemi o segnalato anche solo ipoteticamente, la sussistenza di anomalie o irregolarità del procedimento o di alcune sue parti». Un ragionamento quest’ultimo, che potrebbe spingere la difesa del governatore a proporre appello avverso la sentenza depositata ieri sera, con l’intento di dimostrare la correttezza della condotta del convenuto. Sia in sede penale, che in sede contabile (dove per altro sono stati citati testimoni legati al mondo politico e amministrativo campano), gli avvocati Castaldo e D’Aloia hanno evidenziato la funzione decisiva (e fiduciaria) dei quattro agenti di polizia municipale in seno alla segreteria mobile. Uno scenario che tiene aperto un possibile confronto, in attesa di un probabile secondo grado di giudizio sulla strana storia degli agenti “comandati” e distaccati ai piani alti di via Santa Lucia, sempre operativi nelle missioni in giro per la Regione, accanto al governatore De Luca.

Ultimo aggiornamento: 10:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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