Il vigile che timbrava il cartellino in mutande sarà reintegrato: «Alberto Muraglia non era assenteista». A lui 250 mila euro di risarcimento

Nel corso degli anni il vigile aveva aperto un laboratorio come "tuttofare", per mantenersi in attesa di tornare a quello che da sempre era il suo principale lavoro

Domenica 29 Ottobre 2023 di Federica Zaniboni
Il vigile che timbrava il cartellino in mutande sarà reintegrato: «Alberto Muraglia non era assenteista». A lui 250 mila euro di risarcimento

L'immagine di un vigile che timbrava il cartellino in mutande era diventata il simbolo di una delle più note inchieste italiane sull'assenteismo dei dipendenti comunali. Dopo otto anni e due assoluzioni in primo e in secondo grado , Alberto Muraglia è finalmente pronto a tornare al lavoro.

Il suo reintegro è stato stabilito dalla Corte d'Appello di Genova, che ha annullato il provvedimento di licenziamento disciplinare emesso in seguito all'operazione della Guardia di Finanza, denominata "Stachanov", che nel 2015 aveva portato all'esecuzione di 43 misure cautelari nei confronti di altrettanti dipendenti del Comune di Sanremo. Tra questi vi era anche, appunto, il "vigile in mutande", ai tempi responsabile dei controlli al mercato ortofrutticolo e ripreso dalle telecamere delle fiamme gialle mentre timbrava il cartellino in slip. A quanto si legge nella sentenza, oltre a dover «reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro», il Comune è stato anche condannato a corrispondere all'agente della polizia locale circa 250mila euro «a titolo di risarcimento del danno», cioè «la retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento a quello dell'effettivo reintegro, dedotto quanto percepito per lo svolgimento di altre attività lavorative». Nel corso degli anni, infatti, il vigile aveva aperto un laboratorio come "tuttofare", per mantenersi in attesa di tornare a quello che da sempre era il suo principale lavoro. Nonostante l'assoluzione con formula piena sia in primo grado che in secondo, il Comune di Sanremo aveva comunque respinto la successiva richiesta di riapertura del procedimento disciplinare, confermando quindi il licenziamento di Muraglia. Assistito dagli avvocati Alessandro Meroni e Luigi Zoboli, il vigile aveva quindi presentato ricorso, ottenendo ragione da parte della sezione lavoro della Corte d'Appello di Genova.

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LE ACCUSE

Accusato di truffa e di infedele timbratura del cartellino, il famoso agente di polizia locale era finito a processo insieme ad altri nove, mentre 16 colleghi avevano patteggiato. Tra questi ultimi, vi erano prevalentemente quelli che erano stati scoperti in flagranza mentre facevano shopping o si dedicavano ad attività sportive - come un giro in canoa - durante l'orario di servizio. Secondo quanto emerso dalle indagini, infatti, i dipendenti si scambiavano i cartellini tra loro o addirittura mandavano i parenti a farlo al loro posto, mentre in realtà facevano tutt'altro. Il caso del vigile Muraglia era però diverso: il cartellino lui se lo timbrava da solo, ma lo faceva in mutande, come documentato dai video agli atti dell'indagine. Lui stesso aveva motivato quell'immagine spiegando di abitare a pochi passi dal posto di lavoro e che spesso gli capitava di dimenticarsi di strisciare il badge e di scendere quindi, già in abiti casalinghi, per farlo in un secondo momento. Assolvendolo e dimostrando come l'accusa di assenteismo non reggesse, il giudice aveva anche sottolineato che «la timbratura in abiti succinti non costituisce neppure un indizio di illiceità penale e ha una sua spiegazione logica». Oltre a lui, erano stati assolti tutti gli altri nove imputati, grazie alle prove fornite dalle difese della loro effettiva presenza al lavoro anche nei casi in cui erano altri a timbrare il cartellino per loro.

IL GIUDICE

«Anche ammesso che talvolta il Muraglia abbia timbrato in mutande o in abiti succinti - scriveva il giudice - non va dimenticato che le contestazioni mosse al predetto erano di falso e truffa, non di atti osceni o di atti contrari alla pubblica decenza».

Ultimo aggiornamento: 13:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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