Il piano in 11 mosse del Veneto per attrarre le imprese straniere

Venerdì 7 Luglio 2023 di Angela Pederiva
Il piano in 11 mosse del Veneto per attrarre le imprese straniere

VENEZIA - Parola chiave: attrazione, degli investimenti e dei talenti. È il senso del piano svelato ieri alla presentazione del “Rapporto statistico 2023” della Regione, che per questa ventesima edizione ha acceso un faro sui giovani, in aggiunta all’annuale analisi della congiuntura socio-economica.

Contenuto in una delibera approvata da Palazzo Balbi, su proposta del presidente Luca Zaia, il programma si articola in 11 interventi che puntano a rafforzare la proiezione internazionale del Veneto, «un territorio di eccellenza e di grandi potenzialità per gli investitori esteri grazie alla sua posizione geografica, ad una buona rete di infrastrutture stradali, ferroviarie e portuali», nonché alla presenza di quattro università, del sistema di formazione professionale e dei distretti industriali.


I DATI
Sintetizzato a Ca’ Dolfin da Maurizio Gasparin, segretario generale della Programmazione, il pacchetto di misure è il frutto del lavoro portato avanti dal Tavolo regionale di coordinamento in materia di relazioni internazionali, istituito giusto un anno fa. Il dato di partenza è che le imprese a controllo estero rappresentano lo 0,4% di quelle venete, ma catalizzano il 19,4% della forza lavoro e il 17,9% del fatturato. I principali Paesi investitori nel Veneto sono la Germania, il Regno Unito, la Francia e gli Stati Uniti, con l’insediamento di 9 multinazionali inserite tra le prime 500 imprese al mondo nella classifica della rivista Forbes. Il sogno è che possa aggiungersi pure Intel, con un investimento iniziale di 4,5 miliardi e una generazione di 1.500 posti di lavoro diretti più altri 3.500 nella filiera, anche se la candidatura di Vigasio (Verona) deve vedersela con la concorrenza progettuale del Piemonte e con gli sviluppi produttivi in Polonia, Germania e Israele. «Eppure l’agenzia Reuters a Davos, cioè non a Ceggia, aveva indicato il Veneto...», ha ironizzato Francesco Calzavara, assessore regionale al Bilancio. Ma la partita rimane aperta, ha fatto capire Amedeo Teti, coordinatore del Comitato interministeriale per l’attrazione degli investimenti esteri: «Il caso Intel ci ha insegnato un metodo di lavoro. Le multinazionali non vogliono avere a che fare con troppi soggetti, ma poter contare un interlocutore unico. Per questo l’azienda tratta con il ministero, il quale a sua volta dialoga con le Regioni e con i Comuni». 


LE AZIONI
In attesa del verdetto, il Veneto va avanti con il suo piano. Al di là di un’attività consolidata, qual è la partecipazione alle manifestazioni fieristiche internazionali «per far conoscere ed apprezzare il sistema economico, turistico e produttivo», la Regione ha già avviato altre tre azioni. Innanzi tutto Veneto Sviluppo è stata incaricata di valutare le proposte di programmi e progetti strategici e innovativi, di rilevanti dimensione, presentati dalle imprese estere. In secondo luogo è stato deciso di svolgere attività informative sulle opportunità di insediamento da parte di aziende, provenienti da oltre confine, nella Zona logistica semplificata Porto di Venezia-Rodigino, per la quale sono stati un’occupazione addizionale di 177.000 unità, un aumento delle esportazioni fino al 40% in più rispetto a quelle generate sul territorio, un incremento degli investimenti di 2,4 miliardi e una crescita del traffico container pari all’8,4% medio annuo. Inoltre come confermato da Luca Paolazzi, direttore scientifico della Fondazione Nord Est, è stata completata la ricerca sulle ragioni che spingono i giovani a trasferirsi all’estero: sono stati raccolti 3.600 questionari, di cui 1.600 relativi agli espatriati e gli altri 2.000 ai ragazzi in Italia.
Su questa base viene ora previsto di elaborare proposte «in grado di offrire soluzioni» al fenomeno dei “talenti in fuga”. Fra le misure in agenda, c’è poi la predisposizione di un disegno di legge in materia di attrazione degli investimenti, «per incentivare l’interoperabilità dei sistemi informativi delle amministrazioni coinvolte nei procedimenti». È in programma la mappatura dei siti potenzialmente idonei ad ospitare le imprese straniere, attraverso la «realizzazione di una piattaforma digitale». Conseguente è la stesura di un dossier contenente gli elementi che rendono il Veneto attrattivo, quindi «distretti produttivi ad alta specializzazione, collegamento strategico ai Paesi esteri mediante infrastrutture stradali, aeroportuali, portuali, ferroviarie, sistema formativo di eccellenza». In vista c’è la sottoscrizione di accordi «finalizzati a favorire la promozione degli investimenti esteri», ad esempio con i ministeri degli Affari esteri e delle Imprese, nonché con l’Ice. Sarà invece coinvolta Ca’ Foscari, di cui ha portato i saluti la rettrice Tiziana Lippiello, per le ultime due iniziative: da un lato l’istituzione di un Osservatorio, «con il compito di offrire alle istituzioni e agli attori economici e sociali informazioni sugli investimenti esteri in Veneto e sulla presenza di multinazionali»; dall’altro la partecipazione ad eventi di rilevanza internazionale, mirati «sia a porre in essere azioni di promozione di investimenti esteri che azioni per la retention», cioè per il mantenimento.
 

Ultimo aggiornamento: 17:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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