C'è anche il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci tra i reati ipotizzati dalla procura di Torino nell'inchiesta sull'olio extravergine. Sulla base di questa nuova ipotesi, che si aggiunge alla frode in commercio, la procura subalpina ha disposto il trasferimento dell'inchiesta a Firenze, Genova, Spoleto e Velletri.
La maggior gravità del reato ipotizzato, spiega in una nota il procuratore Capo di Torino Armando Spataro, «determina la competenza delle Procure della Repubblica» dei luoghi di produzione degli oli oggetto delle indagini.
Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 13:11
La maggior gravità del reato ipotizzato, spiega in una nota il procuratore Capo di Torino Armando Spataro, «determina la competenza delle Procure della Repubblica» dei luoghi di produzione degli oli oggetto delle indagini.
La decisione è stata presa dal sostituto procuratore Raffaele Guariniello, «in piena intesa» con il procuratore Spataro, nell'ambito dell'inchiesta sulla messa in commercio di sette distinti prodotti oleari per qualità che, secondo l'ipotesi accusatoria, appaiono non corrispondenti alle caratteristiche («olio extravergine») figuranti sulle etichette.