Norman Atlantic, le grida dei passeggeri nel buio: «Aiuto, bruceremo come topi»

Lunedì 29 Dicembre 2014 di Laura Mattioli
Norman Atlantic, le grida dei passeggeri nel buio: «Aiuto, bruceremo come topi»
«Siamo fuori sul ponte, al buio, stiamo morendo di freddo e soffochiamo per il fumo, l'incendio si estende sempre di più», il racconto drammatico fatto in diretta dal traghetto in fiamme da Yorgos Stiliaras, uno dei passeggeri, sintetizza e rende palpabile la giornata da incubo vissuta dai naufraghi della Norman Atlantic. Prima l'inferno di fuoco, una mattina e un pomeriggio trascorsi a sfuggire dalle fiamme che s'innalzano senza trovare ostacoli dal garage fino ai ponti più alti della nave, poi la notte ghiacciata scesa su un mare forza otto, onde alte sei metri e un vento a 50 nodi.






LE GRIDA D'AIUTO

Man mano che passano le ore, e ci si rende conto delle difficoltà dei soccorritori, gli appelli dai ponti arrivano sempre più drammatici: «Stiamo abbracciati stretti l'uno all'altra per cercare di scaldarci. Se non finiamo annegati, moriamo di freddo» ha detto al telefono una passeggera greca. La paura si trasforma in terrore quando la nave comincia ad inclinarsi e arrivano disperate le richieste d'aiuto: «La nave si è inclinata, siamo in pericolo, bruceremo come topi, non so quanto resisteremo», urla al telefono un altro naufrago, Nikos Patheodosiou, chiedendo disperatamente che i soccorritori facciano presto.



Un incubo iniziato all'alba per i trecento passeggeri. Le fiamme all'improvviso, il fumo tossico nelle cabine, panico crescente, l'ordine di abbandonare la nave, il black out che impedisce di calare le scialuppe in mare. Le famiglie impaurite, i bambini a bordo. Poi gli elicotteri che portano via soltanto una parte di loro. E per chi resta, ammassato sul ponte, sono ore d'angoscia, interminabili, in attesa che qualcuno li strappi da quella trappola di lamiere rimaste incandescenti quasi fino alla fine. «I pavimenti sono bollenti, le persone tremano e tossiscono. Non si sa se ce la faremo» ha dichiarato un altro passeggero. «Stiamo bruciando e affondando e nessuno è in grado di salvarci. Aiutateci non ci lasciate soli» è l'appello di un passeggero che quasi perde il controllo quando il comandante comunica che «la nave è ingovernabile» e ormai va alla deriva verso l'Albania.

Un altro naufrago ha raccontato che le suole delle scarpe hanno cominciato a fondersi mentre i passeggeri si trovavano nella zona della reception. La paura per il rogo che avanza emerge dalle poche parole di una donna siriana incinta che è stata tra le prime ad essere salvata con i suoi due bimbi piccoli e portata nell'ospedale di Galatina (Lecce). In un inglese stentato è stata capace solo di dire «fuoco, fuoco», mentre i suoi bimbi piangevano.



LE TESTIMONIANZE

«Sembrava il Titanic», hanno raccontato altre due sorelline greche portate nell'ospedale di Brindisi. Loro sono ormai in salvo, ma i loro genitori sono ancora a bordo così come il padre di una ragazzina di Molfetta di 12 anni, ricoverata nell'ospedale di Copertino (Lecce) e figlia di uno degli uomini dell'equipaggio. «Stavo dormendo, siamo stati svegliati dalla sirena dell'allarme ed è stato un fuggi fuggi generale», ha raccontato. Anche lei sta bene ma è preoccupata perché non riesce a contattare i genitori. La madre e il fratello sono in salvo su un mercantile ma il padre è rimasto a bordo della nave perché lì ci lavora.



A portare un filo di speranza tra quanti fino a notte fonda aspettano ancora sul ponte, sono le parole del capitano Rizzotto, della Marina militare italiana, che fa sapere di non poter dare «una stima di quando finiranno le operazioni ma senz'altro continueranno finché tutti saranno in salvo». Mentre il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, su Twitter scrive: «Le operazioni di trasporto dei passeggeri che si trovano ancora a bordo «continueranno tutta la notte».
Ultimo aggiornamento: 12:51

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