Napolitano-Renzi, storia di un'intesa possibile

Mercoledì 14 Gennaio 2015
Napolitano-Renzi, storia di un'intesa possibile
Alla fine di un anno in cui ha scalato prima il Pd e poi il governo, Matteo Renzi non ha dubbi su chi sia il politico dell'anno: Giorgio Napolitano.



Un omaggio alla carriera, certo, ma soprattutto un riconoscimento sincero all'«alleato» che ha più sostenuto il rottamatore. Un rapporto che si è consolidato smussando età, storie e stili diversi, magari anche diffidenze reciproche. Ma è stato sempre unito dagli stessi obiettivi: vincere resistenze e conservatorismi, in Italia e in Europa, ed imprimere una svolta a riforme a lungo rinviate. Difensore della stabilità politica ad ogni costo, in anni di tempesta economica, Napolitano è stato per oltre tre anni, prima con Mario Monti e poi con Enrico Letta, il baricentro di governi di larghe ma difficili intese. Comprensibile, quindi, che l'arrivo del sindaco di Firenze alla guida del Pd e soprattutto la sua azione di pungolo, ai limiti dello strattonamento, verso il governo Letta, fino al suo epilogo, sia stato visto non senza preoccupazione dalle parti del Colle.



Proprio un anno fa, in occasione dei saluti di Natale alle Alte Cariche, Renzi saliva al Quirinale con un vestito grigio ghiaccio, quasi a marcare anche visivamente la sua diversità dall'establishment. E se ne andava senza partecipare al buffet, tradizionale occasione di omaggio al Presidente. Un anno dopo, i due hanno consolidato un rapporto leale e rispettoso. Il giovane premier ha ancora difficoltà a dare del «tu» al Capo dello Stato ma rimpiange già l'uscita di Napolitano, «presidio solido, certo e imprescindibile», come ha in più occasioni ripetuto. E dal canto suo, l'anziano presidente, nell'ultimo discorso alle Alte Cariche, il 16 dicembre, fa da scudo al governo, elogia il «coraggioso sforzo» delle riforme, mette in guardia chiunque attenti alla legislatura con battaglie di retroguardia, «spregiudicate tattiche emendative» o minacciando «venti di scissione». Un sostegno totale al punto da affermare, nel saluto al corpo diplomatico, che «non ci sono alternative» al governo del rottamatore. Eppure tra i due non sono mancate le occasioni di confronto, a partire dalle distanze sulla composizione del governo. «Il mio braccio destro è riposato», scherzava il 21 febbraio Napolitano, smentendo contrasti con Renzi dopo quasi tre ore di faccia a faccia. Ma è cronaca parlamentare ormai che il leader Pd, determinato a riportare a Palazzo Chigi il baricentro delle scelte politiche, voleva a tutti i costi Federica Mogherini alla Farnesina mentre il presidente della Repubblica preferiva una riconferma di Emma Bonino. Sul campo del confronto, però, Renzi dovette rinunciare ad avere ministro della giustizia il pm Nicola Gratteri a vantaggio di una personalità più politica come Andrea Orlando.



A chi, lo scorso 26 febbraio, chiedeva al Capo dello Stato se con il nuovo esecutivo sarebbe arrivata la «svolta», Napolitano non si sbilanciava: «Bella domanda, in America le chiamano Hypothetical questions». Eppure, nonostante caratteri e storie politiche differenti, con il tempo tra i due si è cementata un'alleanza forte. D'altra parte, il Capo dello Stato non poteva non tenere conto, come ha riconosciuto anche nei saluti di fine anno, che Renzi è un leader che piace ai cittadini e che «il forte consenso» alle europee per il Pd «ha oggettivamente garantito e accresciuto l'ascolto e l'autorità nel concerto europeo». Ma è la comune lotta ai conservatorismi ad avere cementato il rapporto tra il migliorista venuto dal Pci ed il boy scout che ha mosso i primi passi politici nel Ppi. L'Italia non deve «rimanere prigioniera di conservatorismi e corporativismi», è il monito con cui, ad agosto, Napolitano difendeva il jobs act, rintuzzando i sindacati.



E ancora: la crisi ci deve spingere «a rinnovarci, a metterci al passo con i tempi e con le sfide della competizione mondiale».
Un modo linguistico, sicuramente diverso, ma nella sostanza la prova di un asse con Renzi costruito con la pazienza di entrambi.
Ultimo aggiornamento: 19:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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