Mark Rutte, premier olandese: «Giusta la linea di Giorgia, l’Alleanza guardi all’Africa»

«La Nato si occupi anche del Mediterraneo e del Mar Nero»

Mercoledì 12 Luglio 2023 di Francesco Bechis, inviato a Vilnius
Mark Rutte, premier olandese: «Giusta la linea di Giorgia, l’Alleanza guardi all’Africa»

VILNIUS - Sorride e scherza, Mark Rutte. «Giorgia? Non l’ho ancora vista, voglio parlarci». Dietro il premier olandese, fermo sul tappeto blu che al summit della Nato a Vilnius accoglie la passerella dei grandi d’Europa, arriva con passo solenne Giorgia Meloni, l’abbraccio con la presidente italiana è spontaneo, perfino affettuoso. 


L’INTESA
È un’intesa insolita quella che lega la leader dei conservatori europei, donna premier del primo governo di destra in Italia, al “falco tra i falchi” Rutte, soprannominato “Mark-Teflon” per la durezza con cui affronta i dossier europei, dai migranti al rispetto dei vincoli di bilancio che l’Italia, invece, vorrebbe allentare.

Eppure i due si intendono, eccome. Anche qui, a Vilnius, dove la premier italiana è impegnata a puntare a Sud la rosa dei venti dell’Alleanza atlantica, al Mediterraneo e al Nord Africa che impensieriscono il suo governo. «Sono d’accordo, la Nato deve guardare anche al fronte Sud, occuparsi del Mediterraneo e dell’Africa settentrionale» spiega Rutte al Messaggero, lo sguardo severo. «Sono d’accordo con Giorgia, la Nato non deve solo ripensare la sua capacità di investire nella Difesa ma anche la sua postura strategica, a Sud come nel Mar Nero e sul fianco Est». Altro che “falco”, “mister no-no”: Rutte, l’olandese di ferro che da tredici anni capeggia il gruppo dei Paesi “frugali” nord-europei e alle spalle ha una lunga storia di incidenti diplomatici con l’Italia, oggi offre una sponda a Meloni. 


Chissà che non c’entri l’epilogo agrodolce della sua carriera politica: il governo del leader europeo più longevo, come lui solo Orban, è entrato in crisi e Rutte ha annunciato di volersi ritirare dalla politica, lasciando mezza Olanda sotto shock, «è stato un viaggio lungo trent’anni, un onore, è il momento di cambiare», sospira, «ma non chiamatemi ex-leader, sono ancora al mio posto!». Con Meloni Rutte condivide una posizione di ferro, questa sì, sul sostegno all’Ucraina aggredita di Volodymyr Zelensky. 
Così come un certo fastidio per i pacifisti che gridano alla “tregua subito”: «Sarà Zelensky a decidere se e come sedersi ai tavoli per le trattative di pace», taglia corto. E pazienza, aggiunge, se la controffensiva ucraina nel Donbas con le armi inviate dalla Nato arranca più del previsto: «La verità è che sappiamo poco sul modo in cui gli ucraini portano avanti queste operazioni, ma ho fiducia, gli ucraini sono intelligenti e sanno quello che fanno». Per la Nato, spiega il premier olandese, la priorità ora è un’altra. E cioè investire di più e meglio sulla Difesa comune rispettando il vincolo del 2 per cento del Pil fissato dall’alleanza come traguardo da raggiungere entro il 2024. «Possiamo avere i valori, possiamo avere un buon sistema sanitario, ma senza sicurezza come possiamo garantire che il nostro Stato sappia difendersi da un’aggressione, come possiamo garantire che la Russia non faccia mai più quello che ha fatto?». 


I VINCOLI UE
Anche questo, un salto di qualità nella Difesa europea, è un cruccio che unisce Roma ed Amsterdam, Meloni e Rutte. Le ricette però sono diverse. Non convince l’olandese, ad esempio, la proposta di Meloni di scorporare dal nuovo Patto di stabilità e di crescita dell’Ue gli investimenti nella Difesa. «Su questo sono molto esitante - confida - se iniziamo a tagliare dal Patto di stabilità qualsiasi tipo di spesa, saremmo comunque costretti a chiedere liquidità ai mercati». Quando si parla di vincoli e spesa Ue, non c’è pensionamento che tenga: Rutte resta l’austero leader europeo che negli anni scorsi ha fatto sua la dottrina dell’ex ministro delle Finanze tedesco Schauble, riuscendo a bacchettare niente meno che Mario Draghi ed Angela Merkel per aver auspicato aiuti troppo generosi all’Europa colpita dalla pandemia. Altri tempi, si direbbe a sentire Rutte solidarizzare con l’Italia alle prese con le turbolenze del Mediterraneo. Tra sorrisi e abbracci a Meloni e Guido Crosetto, con cui si allontana nell’hangar di Vilnius. 

Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 11:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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