Attentato a Berlino. Lo strano viaggio di Amri in treno: le sei tappe in Italia /Il video

Mercoledì 28 Dicembre 2016
Amri a Torino
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BERLINO - Nel mirino degli inquirenti la ricostruzione del viaggio di Anis Amri, che lo ha visto spaziare fra Francia, Italia e Germania prima di compiere l'attentato a Berlino il 19 dicembre (VIDEO). Le autorità italiane, francesi e tedesche hanno messo insieme parecchi tasselli dell'itinerario del 24enne tunisino prima e dopo la strage.

Le immagini della videosorveglianza lo mostrano in sei diverse stazioni: dopo Lione e Chambery, il killer arriva in Italia a Torino Porta Nuova, Torino Porta Susa, Sauze d'Oulx, Bardonecchia, Milano Centrale, Sesto San Giovanni. A Milano è sbarcato alla stazione centrale. Qui si sarebbe imbarcato su un autobus per Sesto San Giovanni dove poi è stato fermato e ucciso durante controlli di documenti da parte di due poliziotti la notte del 23.

TUTTE LE TAPPE E I DETTAGLI
Dopo il fermo immagine dell'uomo alla stazione di Lione, oggi la Polizia ha diffuso la foto del suo passaggio alla Stazione centrale di Milano. Le immagini delle telecamere lo riprendono alle 00.58 del 23 dicembre, nell'atrio dello scalo, diretto all'uscita: vestito di nero, giubbotto, zainetto e cappellino, Amri appare tranquillo. Da solo si trasferisce a piedi verso la vicina piazza Argentina, da dove partono i pullman sostitutivi della Linea 1 del metrò che porta a Sesto San Giovanni. Gli investigatori hanno accertato che sul bus Amri era solo. Sempre oggi si è avuta conferma di una sua sosta anche alla stazione ferroviaria di Bardonecchia, da dove è poi partito prima verso Torino Porta Susa, poi da Porta Nuova verso Milano. Gli inquirenti milanesi hanno acquisito anche le immagini delle telecamere di sicurezza della piccola stazione e hanno raccolto informazioni dal personale di Trenitalia in servizio giovedì sera. All'esame anche le immagini registrate dalle telecamere di Sauze D'Oulx e Torino Porta Susa: obiettivo non solo ricostruire il suo percorso, ma anche accertare se Amri abbia incontrato qualcuno in queste stazioni intermedie. Proseguono intentato a Sesto i controlli, talvolta ben visibili, e la raccolta di testimonianze sul territorio. Servono per verificare se Amri avesse degli appoggi nella ex Stalingrado d'Italia, oppure se piazza Primo Maggio, davanti alla Stazione ferroviaria, sia stata solo un approdo per prendere il largo, forse verso il Sud Italia o il Medio Oriente.

IL CELLULARE "DIMENTICATO"
In questo senso potrebbero rivelarsi utili i dati che gli investigatori tedeschi hanno portato a Milano riguardo il telefono lasciato da Amri sul luogo della strage, mentre la tessera telefonica olandese che gli era stata trovata a Sesto era inutilizzata.

IN CARCERE
Vanno di pari passo la valutazione e l'analisi di persone che gravitano attorno ad ambienti radicali islamici dell'hinterland milanese e in Lombardia. Non sarebbero emersi legami evidenti di Amri con queste persone, ma una rilettura dei dati anche di inchieste ormai definite potrebbe anche semplicemente escludere che il tunisino potesse contare su appoggi logistici. Poi gli anni passati in carcere: attraverso i documenti del Dap si sta verificando dove si trovino diversi detenuti con cui in Sicilia Amri intrattenne dei rapporti. Spesso burrascosi, a cominciare da quello avuto con un detenuto ad Agrigento che lo descrisse come «un terrorista islamista che mi terrorizza per convertirmi all'Islam». L'uomo dichiarò che Amri lo minacciò di tagliargli la testa «solo perché io sono cristiano».

L'AUTISTA POLACCO AGONIZZANTE PER ORE SUL TIR
 Dalla Germania arrivano intanto particolari di come il tunisino abbia ucciso l'autista polacco del Tir che ha usato per la strage.

Il camionista, secondo quanto riferito da alcuni media tedeschi, sarebbe agonizzato per ore dopo che Amri gli aveva sparato alla testa, «tra le 16.30 e le 17.30». Addirittura poteva essere ancora vivo quando Amri si scagliò con il tir contro la folla al mercatino di Natale, «ma i medici escludono che sia stato in grado di agire con consapevolezza» e quindi «di aggrapparsi al volante durante l'attentato». Inizialmente sembrava infatti che il camionista avesse lottato fino all'ultimo, aggrappandosi più volte al volante nel tentativo di far sbandare il mezzo pesante e salvare così altre persone.

LA POLEMICA
La domanda che sorge è una: come è possibile che il terrorista più ricercato d'Europa potesse circolare indisturbato? (Il piano del Viminale: riaprire i Cie) I populisti francesi e tedeschi attaccano criticando Schengen e la politica sui profughi di Angela Merkel, Secondo la Bild di ieri, i ministri degli interni e della giustizia, Thomas de Maiziere (Cdu) e Heiko Maas (Spd), potrebbero accogliere la proposta della Csu bavarese di rafforzare i controlli anche con l'uso di braccialetti elettronici su individui pericolosi e di prolungare i tempi di detenzione per chi è in attesa di espulsione. De Maiziere ha anche annunciato che i controlli alla frontiera con l'Austria proseguiranno ben oltre la scadenza prevista di febbraio.
 
 
 


 

Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 05:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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