Amanda impietrita: «Sono spaventata, sentenza ingiusta»

Giovedì 30 Gennaio 2014
Amanda impietrita: «Sono spaventata, sentenza ingiusta»
Sono spaventata e rattristata per questa sentenza ingiusta. Sono le prime parole di Amanda Knox dopo sua nuova condanna. Con il cuore in gola, per lunghissime interminabili ore, aveva atteso. Poi il mondo che le è crollato addosso. Ha trascorso il giorno sicuramente più lungo della sua vita, nell'attesa del verdetto della Corte d'Assise d'Appello di Firenze. Lei, accusata Oltreoceano di un omicidio orribile, quello della studentessa inglese Meredith Kercher. E ora nuovamente condannata. Un incubo che sperava di scacciare, ma che ora pare schiacciarla. La notizia piomba a Seattle dove la ragazza ventiseienne ha cercato rifugio negli affetti a lei più vicini, barricandosi a casa della madre.



«È rimasta impietrita e non ha pianto, non ha parlato», raccontano i suoi avvocati in Italia, Carlo Dalla Vedova e Luciano Ghirga. Con loro è rimasta tutto il giorno in contatto via sms. Uno scambio di messaggini frenetico, mentre sul web scorrevano in streaming le immagini dell'aula di Firenze, dove siedeva il suo ex fidanzato e compagno di dsavventura Raffaele Sollecito. Sempre i legali hanno parlato di un Amanda è «preoccupata e stanca»: «Era agitatissima». Ha continuamente chiesto loro indicazioni sugli sviluppi di una giornata che non sembrava mai finire. La tensione ha raggiunto un livello tale che la giovane ha persino deciso di spegnere la tv, lasciando acceso solo il cellulare in attesa di notizie da parte dei suoi difensori. Forse anche per cercare di allentare il nervosismo in attesa del verdetto, nei giorni scorsi Amanda aveva anche cambiato look. Diversi media americani, tra cui la Abc, l'hanno immortalata all'uscita di un parrucchiere di Seattle con un caschetto corto e castano. Ha detto addio ai lunghi capelli biondi, optando per un taglio radicale, con il quale forse sperava di voltare pagina e di chiudere il capitolo più doloroso della sua esistenza. Le sue sensazioni sono state raccolte in un'intervista via Skype pubblicata dal New York Times. «Nulla potrà cancellare l'esperienza di essere stata ingiustamente imprigionata», ha affermato. Amanda è stata descritta come una persona diabolica, ricorda il giornale: «Ma io non sono così - ha ribadito la giovane - sono diversa da come mi hanno dipinta». La studentessa americana, che ha trascorso quattro anni dietro le sbarre in Italia, ha spiegato perchè ha deciso di non essere in aula per la sentenza. «Mi sarei messa nelle mani di persone che hanno dimostrato chiaramente di volermi in carcere per qualcosa che non ho fatto. E io non posso farlo. Proprio non posso». «Le persone che mi accusano - ha continuato - sostengono che non può essere fatta giustizia per Meredith sino a che io non verrò condannata». Ma la Knox ha ripetuto ancora una volta di non essere colpevole, e che la prova della sua innocenza «è nei fatti» . Perchè «non c'è nessuna prova che io fossi lì quando hanno ucciso Meredith».
Ultimo aggiornamento: 22:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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