Taglio Irpef e tredicesime detassate, Leo: «Ecco le priorità del governo»

Parla il viceministro dell’economia: «Misure per sostenere famiglie e Pmi»

Sabato 9 Settembre 2023 di Andrea Bassi
Taglio Irpef e tredicesime detassate, Leo: «Ecco le priorità del governo»

Viceministro Maurizio Leo, il Superbonus si sta rivelando sempre più costoso, tanto da ipotecare molte delle risorse per la prossima manovra. Giorgia Meloni ha parlato di un’eredità pesante?
«Sul Superbonus la linea del governo è univoca e di buon senso.

Stiamo facendo prevalere l’esigenza dell’equilibrio dei conti pubblici». 

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Intanto si parla di prorogare i lavori con il 110%. L’efficientamento degli edifici del resto è una priorità indicata anche nella delega fiscale?
«Lavoriamo per garantire l’efficientamento energetico degli immobili e lo faremo con le risorse che saranno disponibili, senza fare salti in avanti né gravare ulteriormente sulle tasche degli italiani. Riguardo gli incentivi da lei citati, con la nota di aggiornamento del Def, entro fine settembre, riusciremo ad avere un quadro più chiaro ed esaustivo».


La delega fiscale ad agosto è stata pubblicata in Gazzetta. La scrittura dei decreti attuativi è stata affidata a 13 commissioni. A che punto sono i lavori e quali saranno le prime misure della riforma che vedranno la luce?
«Entro il 20 settembre le Commissioni, composte da alcuni dei massimi esperti in materia, dovranno formulare delle proposte di carattere tecnico che potranno rappresentare la base per i futuri decreti attuativi. Le prime misure che vareremo saranno quelle che non necessitano di coperture: penso a quelle che riguardano i procedimenti ovvero gli adempimenti e i versamenti dei contribuenti, l’accertamento, il contenzioso e le sanzioni. Con queste misure, rassereniamo il rapporto tra fisco e contribuente sin da subito e, con la Nadef, vedremo se ci sarà spazio per varare misure volte a ridurre il carico fiscale per i contribuenti». 


Ma quale sarà il primo provvedimento?
«Sicuramente una delle prime misure sarà quella relativa alla tassazione delle multinazionali italiane ed estere. Il Dipartimento delle Finanze, che ringrazio, ha svolto un grandissimo lavoro e già la prossima settimana, manderemo in consultazione lo schema di decreto legislativo al fine del recepimento della direttiva 2523 del 2022».


Il prelievo sarà del 15 per cento come previsto in sede Ocse?
«Si, l’imposta effettiva pagata dalle multinazionali dovrà essere superiore al 15%».


Per ora l’intenzione del governo sembra quella di concentrare le risorse sul taglio del cuneo contributivo per evitare che da gennaio ci siano buste paga più leggere. Un primo modulo di riforma delle aliquote Irpef è da considerarsi ancora alla portata della prossima manovra?
«Tutte le leggi di Bilancio sono complesse dal punto di vista delle risorse. L’intenzione del governo è quella di agire nel rispetto delle regole comunitarie, sempre tutelando gli interessi degli italiani. Per quanto riguarda la riforma delle aliquote Irpef è senz’altro nostra intenzione procedere a una prima fase di riordino, alleggerendo il carico fiscale. Come detto, dovremo verificare se ci saranno delle coperture con la Nadef. Vedremo. Siamo cauti ma ottimisti. L’obiettivo primario rimane quello di sostenere Pmi e famiglie». 


Nella maggioranza c’è una spinta a fare comunque qualcosa subito sulle tasse. Magari partendo dalla detassazione delle tredicesime. C’è anche l’ipotesi di anticipare questa misura già per quest’anno. Sarà possibile?
«Vedremo se sarà possibile già da quest’anno, la nota di aggiornamento ci darà le risposte. In ogni caso, pensiamo che assoggettare ad una tassazione più bassa una retribuzione straordinaria, come ad esempio la tredicesima, metterebbe più soldi nelle tasche degli italiani nell’ultimo mese dell’anno. Sarebbero soldi immessi nell’economia reale che alimenterebbero i consumi in un periodo dove tendenzialmente si spende di più».


Il Presidente Meloni ha posto in maniera forte il tema della natalità. Lei al Meeting di Rimini ha aperto alla possibilità di incentivi alle aziende che assumono mamme con almeno tre figli e a un diverso sistema impositivo per le famiglie più numerose che tenga conto del numero dei figli. Che tipo di intervento ha in mente ed è possibile nel quadro delle poche risorse?
«Partiamo da un dato di base: la crisi demografica ci impone di mettere a punto sostegni in favore delle famiglie numerose, ma anche di stimolo all’aumento della natalità. Dobbiamo aiutare le famiglie, in particolar modo quelle con tre o più figli, senza comunque dimenticare chi ha uno o due figli, o chi genitore deve ancora diventarlo. Che si tratti di quoziente familiare, di benefici alle imprese che assumono, di maggiori deduzioni o detrazioni, lo vedremo in base alle risorse disponibili. L’importante è far comprendere che per noi il tema della natalità è assolutamente prioritario e stiamo lavorando per dimostrarlo concretamente».


Una delle misure più importanti della riforma fiscale è il concordato biennale preventivo. Qualcuno sostiene che è un regalo agli evasori?
«Contrariamente a quanto hanno sostenuto alcuni, il concordato preventivo biennale non è un regalo agli evasori. Tutt’altro. Vogliamo invertire la logica dell’accertamento e instaurare un rapporto di collaborazione con il contribuente. Con questa misura contiamo non solo di ridurre l’evasione, ma anche di recuperare importanti risorse in grado di sostenere fattivamente il bilancio dello Stato».


Come funzionerà la misura?
«Il concordato preventivo biennale è una grande innovazione basata sull’ampia mole di informazioni in possesso dell’amministrazione finanziaria. Oggi siamo in grado di fotografare esattamente il reddito del contribuente, proponendo livelli di reddito predefiniti. Faccio un esempio pratico: chi aderirà a questa formula, concorderà il proprio reddito per il biennio successivo con l’Agenzia delle Entrate e, su quello stesso reddito, potrà pagare le tasse, senza dover temere accertamenti successivi, salvo ovviamente casi di frode». 


Il taglio dei bonus si è sempre rivelata una montagna alta da scalare per la resistenza delle lobby legate a ciascun incentivo. Non sarebbe più semplice la via di un taglio lineare, magari riducendo le percentuali di deducibilità o, come pure si era discusso, assegnando a ogni contribuente un budget massimo di detrazioni?
«Vedremo. In ogni caso, ci dovrà essere un riordino delle detrazioni e delle deduzioni fiscali. Oggi contiamo più di 600 tax expenditures che cubano centinaia di miliardi. Là si può e si deve intervenire. Con una revisione attenta, si possono peraltro trovare ulteriori risorse per calibrare meglio le aliquote Irpef». 
 

Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 09:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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